
Michele Folloni, segretario di area vasta della Cisl punta al nuovo. piano regolatore del porto come volano di rilancio
Un appello al nuovo presidente dell’Autorità portuale, un monito al territorio che restando unito può contare di più. Così il sgretario della Cisl Michele Folloni, in attesa della nomina del prossimo verice del’Autorità di sistema, che si prevede sia l’imprenditore Bruno Pisano, ricorda l’importanza dello scalo per l’economia e l’industria apuana. "La vicenda del porto ha visto decisioni calate dall’alto – spiega Folloni –, volute da Firenze, che hanno determinato una rapida dipartita verso La Spezia. Una scelta che in molti hanno vissuto come una perdita, un abbandono. Eppure, dentro quella frattura, si sono aperte anche delle opportunità. Opportunità per fare impresa, per consolidare lavoro, per premere con forza sulle leve della burocrazia e portare finalmente a casa un Piano Regolatore Portuale degno di questo nome. Oggi c’è chi parla di rientro in Toscana. Ma lo fa con leggerezza, come se si potesse tornare indietro senza prima fare un bilancio serio di quello che è stato fatto – o non fatto. Noi, invece porsegue Folloni – , diciamo che dobbiamo lavorare insieme al Tavolo Istituzionale per chiudere questa partita: portare a casa il Piano Regolatore Portuale, senza dubbi e senza indugi. Solo dopo, si potrà valutare con serietà il da farsi. Ma prima, serve una strutturazione amministrativa chiara dello scalo marinello".
Folloni si sofferma poi sull’industria che negli ultimi anni ha avuto un grande sviluppo. " Pensiamo alla Baker Hughes Nuovo Pignone, Aero Alliance, Skf, senza dimenticare il cantiere navale. Tutti esempi positivi, che hanno portato lavoro e investimenti. Ma c’è un problema serio: mancano le professionalità necessarie, il personale qualificato. È il famoso mismatch – il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro – che oggi penalizza la crescita. Si ricorre così a lavoratori trasfertisti, per coprire le mansioni più tecniche e più specifiche. Le piccole e medie imprese si riducono, faticano ancora di più nella ricerca di personale qualificato e sempre più spesso i propri dipendenti si dimettono per andare a lavorare in realtà più grandi, che offrono maggiori garanzie. I giovani non trovano percorsi formativi. Dobbiamo ripartire dalla scuola, dagli Its, ma anche da una visione demografica nuova. La popolazione invecchia, e questo è un tema che non possiamo più ignorare. Il porto vicino è una grande opportunità: potrebbe far decollare tutta l’area in termini logistici. Ma servono aree, servono infrastrutture, serve una regia pubblica. Altrimenti, rischiamo di perdere anche questo treno".