Cinquant’anni senza dimostrarli. Potrebbe essere sintetizzata così la festa di “compleanno“ svoltasi giovedì sera al Cinquale, in via Giulio Cesare. Presente il sindaco (e presidente della Provincia) Gianni Lorenzetti, i titolari dell’albergo Giulio Cesare hanno festeggiato mezzo secolo di attività. Ma questa è soprattutto una storia di persone, che hanno costruito un luogo, creato una destinazione. E’ la storia di Oreste e Anna, i due coniugi che hanno creato l’hotel. E quest’anno la famiglia festeggia anche i 100 anni dalla nascita di nonno Oreste e i 10 anni (2013 - 2023) da quando Beatrice Figaia (la nipote) ha preso in mano le redini dell’Hotel. Nel 2013 Beatrice aveva soli 18 anni e diventò così la più giovane imprenditrice della provincia. Una scelta di coraggio fatta in modo istintivo, superando anche i dubbi della mamma. Dubbi, tanto per essere chiari, condivisibili perchè di questi tempi fare l’imprenditore è tutt’altro che facile. Ma facciamo un passo indietro. Sono passati 50 anni da quando Anna e Oreste vennero in vacanza a Montignoso e si innamorano di questa terra baciata dal sole, lambita dal mare e incorniciata dalle Alpi Apuane. Allora vivevano e lavoravano a Bologna ma decisero di tornare nella loro Toscana, proprio a Montignoso. Erano imprenditori illuminati, precorrevano i tempi, intuirono nella formula del b&b non una formula riduttiva, ma una formula che rendeva il cliente libero di conoscere, esplorare le realtà locali. Che permetteva di mangiare nelle trattorie della zona, spostarsi, vivere un’esperienza.
Nel 2013 Beatrice ha preso le redini dell’albergo, trasformandolo. Ha saputo raccogliere gli insegnamenti dei nonni e continuare la loro opera. Loro, i nonni, hanno accolto con commozione la sua decisione di continuare l’avventura. E così ora questa giovane donna riunisce la serietà e la professionalità del nonno con la spontaneità, il calore della nonna. Ed è bello sentire la figlia di Oreste e Anna commentare così: "Io e Luciano, mio marito, siamo genitori orgogliosi. Io sono stata la generazione ponte, ero la “figlia”, ed ora, quando mi presento ai clienti, dico con orgoglio: “Buongiorno, sono la mamma".
A.Lup.