Il gioco clandestino è finito. Bische, estorsioni e frodi. Scattano dodici arresti

Polizia e Finanza stroncano il giro. Ai domiciliari anche un carrarese 50enne. Sequestri di beni per circa due milioni di euro. Puntate fino a 400mila.

Il gioco clandestino è finito. Bische, estorsioni e frodi. Scattano dodici arresti

Il gioco clandestino è finito. Bische, estorsioni e frodi. Scattano dodici arresti

Da un’indagine per estorsione dove i titolari di due ristoranti di Montecatini e di Pieve a Nievole, subivano pressioni e minacce da chi voleva che rinunciassero ai loro locali, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno scoperchiato il pentolone delle scommesse clandestine, online e nelle bische allestite da cinesi compiacenti a Prato. La Squadra Mobile della Questura di Pistoia e il Nucleo di Polizia Economico della Guardia di Finanza di Pistoia hanno eseguito l’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Patrizia Martucci su richiesta della Procura della Repubblica di Pistoia. Ha riguardato dodici persone. In carcere sono finiti Giacomo Terracciano e Francesco Terracciano, di Monsummano; Ye Shengbin, di Prato, Massimo Casabona di Montecatini, Fabrizio Amicucci di Prato, Mirko Mariani di Roma, Hu Yunye di Prato, Pierluigi Spera di Montecatini e Pietro Pettinari di Montemurlo.

Arresti domiciliari per un carrarese di 50 anni, Federico Cipollini, Jonah Ghiselli di Viareggio e Leandro Borgi di Prato. Fondamentale per eseguire le misure il concorso operativo delle Squadre Mobili, compresa quella di Massa Carrara guidata da Antonio Dulvi Corcione.

Tutto è cominciato nel febbraio del 2022 con una denuncia al Commissariato di Montecatini che era, piuttosto, una richiesta di aiuto da parte di due ristoratori esperati dalle pressioni e dalle minacce, anche di morte, da parte di un cittadino di origine cinese e due uomini della Valdinievole, noti agli uffici, che tentavano di farli rinunciare ai loro locali: l’Acqua di Montecatini e l’Aria di Pieve a Nievole. Da questo episodio, giorno dopo giorno, gli investigatori, intrecciando le loro attività, hanno dato vita a un’indagine vasta e complessa che ha visto ieri la fase cautelare. Polizia di Stato e Guardia di Finanza, con una efficace sinergia investigativa, hanno smantellato "un pervicace fenomeno estorsivo e un vero e proprio sostema di scommesse illegali e clandestine". L’indagine, presto ribattezzata “Endgame“, fine del gioco, è stata illustrata da un’ampia conferenza stampa che si è svolta ieri pomeriggio in questura e che è stata presieduta dal procuratore Tommaso Coletta. Dall’indagine, dove le intercettazioni hanno svolto un ruolo cruciale, come ha spiegato il procuratore, si sono aperti quattro filoni che hanno riguardato il controllo dei locali, lo spaccio che qui avveniva, i reati fiscali compresa l’esportazione di valuta all’estero e l’associazione finalizzata alle scommesse clandestine al gioco d’azzardo che ha avuto, come teatro, la città di Prato.

"Le dimensioni di quest associazione dedita alle scommesse clandestine – ha spiegato ancora – è misurabile in termini economici e sono stati rivelati proprio nel corso delle intercettazioni dove uno dei sodali al vertice, parla con un amico, in auto e dice: “Giocano fino a trecento-quattrocentomila euro al mese“". Il terreno di gioco, era, per il 90 per cento, quello del calcio.