REDAZIONE MASSA CARRARA

Il Gin del proibizionismo Apre la nuova distilleria

In piazza Alberica si sta lavorando all’allestimento del locale di Salutini e Paglini. Il gruppo del Caffè del teatro aggiunge l’attività di macerazione dell’alcol

Il Gin distillato come negli del proibizionismo in arrivo in piazza Alberica, dove sta per aprire la distilleria ‘L’alcolica 1980’. Una nuova attività sotto palazzo Del Medico che prossimamente produrrà Gin distillato in compound, una tecnica che unisce la macerazione alla distillazione sotto vuoto allo scopo di ottenere il cento per cento delle botaniche, a differenza delle altre distillazioni che mantengono solo il settanta per cento. Ma non è tutto: una volta distillato il Gin sarà affinato all’interno di conche di marmo per due mesi. La distilleria è un progetto della famiglia di Davide Salutini e del socio e direttore generale Gabriele Paglini (titolari di Marione, del nuovo Marione al mare, del bar dell’Animosi e della Drogheria), che con questa operazione non solo ridanno luce ad un fondo vuoto in centro città, ma vanno a cambiare il format del bar di famiglia di piazza Battisti, che diventerà il bar shop e la cocktelleria della distilleria, in stile Barcellona. Una volta affinato il Gin, la distilleria comincerà a produrre altri prodotti come sode, toniche, Vermouth, bitter, amari e vari distillati, tutti prodotti in maniera artigianale e con le ricette del passato. Proprio come per il Gin, che sarà realizzato seguendo alla lettera le ricette degli anni della distillazione clandestina. "L’idea è quella di animare il centro con una nuova attività – spiega Gabriele Paglini – una proposta che in città mancava. La distilleria Alcolica diventerà il fornitore del bar di piazza Battisti, che a sua volta diventerà lo shop della distilleria e offrirà i prodotti realizzati artigianalmente a una decina di metri. Il Gin sarà realizzato con otto botanicals biologiche, parliamo di ginepro proveniente da varie tipologie toscane, ma anche da botanicals della zona".

"Ci sarà una linea di nicchia e una più commerciale – prosegue Paglini – e per ridurre gli scarti e gli sprechi daremo delle bottiglie di marmo per i ristoranti e i bar che decideranno di servire i nostri prodotti. La tecnica del sottovuoto garantisce una migliore qualità del Gin perché mantiene il cento per cento degli aromi. Le ricette che useremo sono antiche, per il Gin in particolare risalgono agli anni del proibizionismo. Tutte ricette che ho raccolto durante la pandemia, documentandomi sulla distillazione sottovuoto. Inoltre – conclude – vogliamo organizzare corsi per barman ed eventi culturali in collaborazione con l’associazione Animosi per la cultura, che per la prossima estate promette grandi eventi con ospiti a trecentosessanta gradi".

Alessandra Poggi