
Un Summer camp alla Torre di Marina di Massa risalente al 1970 A destra uno dei momenti della kermesse che si è tenuta alla ex torre Fiat con approfondimenti e dibattiti sull’architettura
di Emma Traversi
Un mese fa apriva le porte ‘Post Colonia. Festival di architetture e immaginari in transizione’. L’ex Torre Fiat di Marina di Massa ha ospitato moltissimi visitatori – curiosi di conoscere dall’interno gli spazi dell’ex colonia estiva – ma anche molti cittadini, che hanno potuto discutere circa i luoghi apuani da riattivare e i bisogni della comunità. La Torre, luogo simbolo del litorale, è diventata spazio espositivo, "ma anche occasione di coinvolgimento civico" spiega Francesca Mazzocchi, presidente di Lama Impresa Sociale, la società che ha organizzato l’evento.
"Assieme ai curatori, Emanuele Guidi e Martina Angelotti, abbiamo cercato di fare in modo che l’elemento simbolico del complesso dell’ex colonia potesse fungere da riattivatore dell’identità del territorio, tramite il coinvolgimento degli abitanti. È stato un successo oltre le aspettative, per questo speriamo di poter replicare, eventualmente formulando ‘Post-Colonia’ come un appuntamento fisso, un Festival che appartenga alla comunità e si ripeta nel tempo, costituendosi come una tradizione". Ciò che sprona gli organizzatori a proiettarsi in avanti, immaginando altre edizioni, è anche la collaborazione proficua con gli enti istituzionali locali, i comuni di Massa e Montignoso, Regione Toscana, Agenzia del Demanio, e diversi altri enti e associazioni.
"Nei luoghi di provincia la sfida è proprio quella di offrire una proposta, rispondere alla domanda ‘qual è l’evento che caratterizza questa città?’" continua Mazzocchi "a Massa ci piacerebbe dire che c’è ‘Post-Colonia’". Lama Impresa sociale si occupa di aiutare a progettare, organizzare e trasformare i luoghi, migliorandoli per la comunità. Tra i loro lavori figurano esperienze di rigenerazione urbana a Firenze, Napoli, Bologna, Milano. Nel capoluogo toscano, ad esempio, Lama si è occupata, in collaborazione con la Cassa di risparmio di Firenze, della rigenerazione di via Palazzolo, strada con 150 fondi chiusi, oggi riaperti da artigiani.
Lo scopo: rendere questi luoghi più vivibili e rispondenti alle necessità dei cittadini, con interventi materiali sugli spazi, ma anche immateriali, cioè culturali e di aggregazione. Grande rilievo, nel lavoro di Lama, hanno gli usi transitori, ossia l’utilizzo provvisorio di spazi, edifici, aree dismesse o abbandonate, con destinazioni diverse da quelle originarie o programmate.
"Ciò che si può fare attraverso gli usi transitori è riempire i vuoti – afferma Mazzocchi – perché i vuoti di spazio diventano spesso anche vuoti di prospettiva, e questo a danno delle comunità, soprattutto nei luoghi più fragili come quelli della provincia". Nel caso del litorale massese, è possibile osservare che "nonostante lungo la costa vi siano diverse colonie, la maggior parte sono dismesse, i progetti di rigenerazione non sono conclusi e le proprietà sono frammentate. Durante il Festival siamo partiti da qui per raccogliere altri spunti dai partecipanti ai workshop, e mettere a punto una mappa dei luoghi ‘vuoti’, in disuso, non aperti al pubblico, che i cittadini vorrebbero potessero essere visitati e recuperati, anche temporaneamente".
Tra questi, oltre le altre ex colonie Marinella, Torino, Ettore Motta, anche Villa Massoni a Massa, la Cava dei Poeti, Villa Ceci ad Avenza, ed altri, tutti visibili sul sito della mostra. La risposta positiva della comunità ha spronato Lama ad avviare la seconda parte della mappatura, un percorso che raccolga ulteriori segnalazioni di aree e edifici pubblici e privati. "Questo progetto consente di visualizzare gli spazi che le persone che abitano la provincia immaginano diversamente, trasformati. Lo scopo degli usi transitori e della rigenerazione urbana è poi quello di trasformarli veramente, anche solo per un periodo, creando interesse, relazioni, e spirito di comunità". Per dare il proprio contributo alla mappa basta seguire le indicazioni nella pagina web di ‘Post Colonia’.