
Il dramma delle famiglie sfrattate: "Ho pagato le tasse su questa casa"
di Patrik Pucciarelli
E’ nato tutto da un esposto fatto dai residenti per denunciare le situazioni di degrado presenti nel complesso. Poi i controlli successivi delle forze dell’ordine hanno rilevato che quei ‘vani accessori’, come indicati dall’ordinanza comunale, sono abitati. Ma nei 28 seminterrati del complesso residenziale ‘Milena’ al civico 52 sul viale Zaccagna ci abitano famiglie, con regolare residenza che negli anni hanno pagato Imu e Tari "e addirittura quando ho preso la residenza - racconta una donna che abita in uno dei seminterrati in questione - è venuto un vigile per controllare se ci abitavo. Questa casa l’ho pagata 85milioni di lire nel 1996 con regolare contratto e ora mi vengono a dire che ho 180 giorni per andarmene e se non lo faccio mi aspetta una multa da 5mila euro. Io non so come fare, non ho un altro posto dove poter vivere e negli anni l’ho ristrutturata e addirittura rifacendo anche l’impianto di riscaldamento".
La donna ha le lacrime agli occhi, una doccia fredda per lei e per i suoi 60 metri quadri di casa. Ma nella stessa situazione c’è anche chi ha tutt’ora un mutuo, per altri 5 anni, su su quelle mura ora considerate vano accessori. Una patata bollente nelle mani dell’amministratrice di tutte e quattro le palazzine, Valentina Buselli, che ha indetto una riunione straordinaria. "Venerdì faremo il punto della situazione con i residenti. Devo incaricare gli accessi agli atti vedere le licenze edilizie, perché in quei seminterrati i condomini hanno pagato le tasse. La polizia municipale ha fatto i sopralluoghi, ci sono tante situazioni diverse sono case estive e di mezzo troviamo investimenti e mutui. Alcuni residenti stanno già presentando documentazioni relative ai condoni".
Condoni che potrebbero cambiare le carte in tavola anche se per tutti i seminterrati l’ordinanza riporta che l’immobile "sorge in area sottoposta a tutela paesaggistica, pericolosità geomorfologica media, pericolosità da alluvione fluviale, pericolosità idraulica elevata e vincolo idrogeologico". Quindi chiare le ordinanze notificate alle 28 famiglie firmate dal dirigente del settore Governo del territorio Luca Amadei, il quale contesta l’assenza di Scia per i locali per i quali esiste regolare accatastamento negli uffici comunali come abitazione nonché atti notarili, rogiti e documenti di compravendita che attestano l’uso residenziale dell’appartamento. Tuttavia al momento in cui vennero costruite le palazzine, l’intero edificio venne classificato come residenziale, nonostante i seminterrati non abbiano mai avuto l’agibilità.
Ma il titolo venne esteso a tutto lo stabile e le compravendite avvennero regolarmente. Così adesso, dopo più di mezzo secolo, si contesta l’abuso. Ma se non ci fosse stato l’esposto, quello contro il degrado, forse tutto sarebbe rimasto nel silenzio.
"La situazione era diventata invivibile - prosegue la donna - si erano venute a creare situazioni al limite con loschi traffici". Su questo fronte sembra ci siano tutt’ora in corso indagini da parte delle forze dell’ordine. "Addirittura una notte è stato appiccato un incendio - sempre la donna - era diventato difficile abitare qua, così siamo andati dalla polizia municipale per denunciare la cosa". E da questo è nato tutto ma "il Comune dove era in tutti questi 50 anni - si chiede l’avvocato Matteo Bertucci, legale di alcuni condomini - da quei seminterrati arrivavano soldi della Tari e dell’Imu. Regolari compravendite nella buona fede, sia di chi ha venduto che di chi ha comperato, ora chi deve risarcire per questo danno? Quando 5 anni fa è stato fatto il censimento hanno visto che queste persone abitavano lì, perché non è venuta fuori la cosa?".
Ma tutto questo era già chiaro dal 22 settembre del 1973, data del verbale di ultimazione dei lavori "redatto dall’architetto capo dell’epoca, in cui viene rilevata una difformità relativa al piano seminterrato da considerarsi vano accessori". Nonostante questo però l’ordinanza di cessazione dell’utilizzo è arrivata 47 anni dopo.