Il caso del ’fiordaliso’ all’ex Ugo Pisa: "Un’operazione di greenwashing"

Il Comitato attacca: "Si tenta di far guardare il dito e non la luna, è in corso uno scempio ambientale". Critiche anche da Italia Nostra: "Avevamo già segnalato la specie, spendere per l’Università non serviva".

Il caso del ’fiordaliso’ all’ex Ugo Pisa: "Un’operazione di greenwashing"

Il caso del ’fiordaliso’ all’ex Ugo Pisa: "Un’operazione di greenwashing"

"Si tenta di far guardare il dito e non la luna. Sì guarda alla pagliuzza e non alla trave. Questo è quello che sta facendo la nostra amministrazione, tentando di farci concentrare su di una visone parcellizzata per evitare o nascondere il quadro generale". Il Comitato Ugo Pisa fa riferimento al caso della rara specie segnalata nella Lista della flora presente nell’area boscata, che il Comune punta a recuperare e per la quale "lo scorso novembre il Comitato ha inviato una lettera al corpo forestale, ad Ispra, al Rup, all’agronomo e ai tecnici del Comune per segnalarne la presenza. Non abbiamo mai ricevuto risposta se non un informale e supponente invito a recarci in un’area chiusa al pubblico con dei secchielli a raccogliere le piantine per salvarle, in attesa poi di poterle ripiantare nell’area – spiega il Comitato – Ovviamente non potevamo essere noi i soggetti in dovere e in grado di fare una simile operazione e quindi siamo soddisfatti che l’amministrazione si sia fatta carico di questo impegno, che era di sua competenza. Un intervento dovuto di fronte allo scempio ambientale che sta avvenendo in tutta l’area. È mancata una qualsiasi tutela del suolo e del sottosuolo, del delicato ecosistema dell’area (o comunque di quello che ormai ne rimane purtroppo). Un’operazione di ’greenwashing’ con cui si tenta di far passare un messaggio positivo, riguardo a una minuscola parte del progetto, per coprire l’irragionevolezza ed il pressappochismo dell’ intervento complessivo".

Rincara la dose Italia Nostra, sezione Massa Montignoso: "L’amministrazione intende salvare il “fiordaliso” dell’Ugo Pisa: quanto al nome scientifico, sarebbe esattamente “Centaurea aplolepa subsa, subciliata“ scoperta alcune mesi fa nel parco dal professor Dino Marchetti durante un sopralluogo. Il censimento portò a una interessante relazione con centinaia di piante elencate col proprio nome in volgare e scientifico e alcune indicazioni botaniche, tra queste figurava la Centaurea aplolepa riconosciuta come un relitto arboreo quasi in estinzionee. Inviammo tutto per Pec al sindaco, In seguito Marchetti incontrò l’agronomo del Comune al quale suggerì di raccogliere le piante più interessanti in vasi da dislocare in luoghi adatti per poi inserirli di nuovo nel parco a lavori ultimati. Per concludere si spendono 10mila euro perché dell’operazione si occupi l’Università di Pisa, sarebbe bastato prelevare le piante e sistemarle nella spiaggia libera alla foce del Fescione. Oppure si poteva chiedere che venissero ospitate nel bagno dell’Associazione Balneari di Poveromo o nella proprietà di Livia Ottaviani o nella spiaggia protetta e recintata di Vittoria Apuana. Insomma, senza spese".