ENRICO BALDINI
Cronaca

Il calcio nella storia di Monzone ‘La Sportiva’ rinasce nel museo dalla memoria della comunità

In tanti all’inaugurazione dei cimeli della centenaria società, anche Enzo Plicanti rientrato dalla Tunisia

Il calcio nella storia di Monzone ‘La Sportiva’ rinasce nel museo dalla memoria della comunità

Vedere abbracciarsi con gli occhi lucidi dei giocatori che militavano insieme decenni orsono, sollecita riflessioni sul calcio diverse da quelle dell’agonismo, della ricerca della vittoria, dei successi e delle delusioni. Riflessioni sul valore dell’amicizia di cui il calcio è stato ed è la fonte, magari rafforzata da vittorie e sconfitte. Poi il flusso dei ricordi, con tristezza, si posa su quanti, e non sono stati pochi, non hanno potuto essere presenti, perché morti troppo presto. Tante le emozioni all’inaugurazione del piccolo museo a Monzone del calcio che li ha ritrovati in azioni di gioco o schierati nelle foto di squadra.

E la memoria ha riportato alla luce anche storici dirigenti, che, magari, hanno passato la mano a figli o nipoti. Perché a Monzone è impossibile trovare una famiglia che, per poco o per tanto, non abbia avuto a che fare con “La Sportiva”. Da qui la passione per il calcio e l’attaccamento alla società che per quasi cento anni ha militato nei campionati liguri e toscani. Una storia che meritava di essere sottratta al pericolo dell’oblio o a sporadiche testimonianze orali, sempre più rare ormai, anche perché la storia della squadra calcistica è andata di pari passo con la storia socioeconomica della comunità monzonese e della valle del Lucido. Basta osservare che "alla fine degli anni Venti del secolo scorso la crisi della Walton Marmi fece piombare il paese nella miseria. Emigrarono mariti e figli e non ci fu più spazio per il calcio", come scrisse il presidente degli anni Cinquanta Aldo Biagioni, o che la bella scuola calcio, a seguito del calo demografico fu costretta a fusioni e, infine, alla chiusura nei primi anni di questo secolo. Un legame tanto stretto dal quale nasce l’impegno dell’attuale consiglio direttivo a creare un luogo della memoria, che a servizio anche delle future generazioni, custodisse la narrazione, con immagini, cimeli, resoconti giornalistici, la storia di quella che oggi si chiama “Usd Monzone 1926” e che ha per simbolo l’aquila reale, con i colori biancorossi delle maglie originali.

Un lungo lavoro di ricerca ha portato a reperire da giocatori, dirigenti, persone del paese, i molti documenti diversi che oggi, artisticamente riprodotti, sono in mostra nei locali di via Cesare Battisti, sovrastati all’esterno da cartelloni indicatori. L’inaugurazione, preceduta dalla benedizione impartita dal sac. Guido Ceci, ha visto la partecipazione del sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti e del suo vice Nanni Poleschi, del consigliere regionale Figc Andrea Antonioli, che ha portato i saluti del presidente Paolo Mangini, e di tutto il consiglio direttivo della società presieduta da Andrea Sisti, degli allenatori Pelle, Lombardi, Pecini, Mastorci, Ravenna, Damiani, Bertelloni, e dei giocatori provenienti dalla Spezia, da Carrara, da Massa, da vari Comuni lunigianesi e della Garfagnana.

Troppi i giocatori per nominarli tutti, ma una nota serve per Enzo Plicanti, rientrato appositamente dalla Tunisia e per Dobelli venuto da Parma. Molto apprezzato è stato l’intervento di amicizia del ‘tifoso’ anglo monzonese Dell. Finita la cerimonia ufficiale è stato offerto un ricco buffet a tutti i numerosi intervenuti, accompagnato dalla musica e dalle trascinanti canzoni della band delle sorelle Damiani e protrattosi fino a tarda sera.