
E’ un gesto semplice che in Italia facciamo un po’ tutti al risveglio. Quasi scaramantico per scacciare gli spiriti maligni e le cattive influenze: un caffè caldo per svegliarci e ‘ripartire’ ogni mattina. E’ il senso che sta dietro l’iniziativa organizzata dalla Nazione in collaborazione con Confcommercio. Un gioco e una vetrina per i bar del nostro territorio dove il caffè è un rito dal sapore unico se fatto in compagnia. Lo sa bene Bruno Ciuffi, presidente della Confcommercio apuana, che nell’iniziativa vede il senso proprio di ‘risveglio’: "Sicuramene dobbiamo svegliarci da un incubo e magari iniziare a capire che bisogna dare retta alla scienza e non alla fantascienza. Se oggi siamo riusciti a ripartire in qualche modo credo che si debba un minimo di riconoscenza ai vaccini, con tutti i limiti".
Bruno Ciuffi è un ‘veterano’ del settore: ha iniziato a soli 20 anni aprendo il suo bar La Perla in Galleria da Vinci e dopo 30 anni è ancora lì. Ha visto cambiare Massa, la città e i suoi abitanti. Dagli anni della ripresa post scoppio della Farmoplant fino al coronavirus. "Guardando indietro gli anni più belli sono stati da metà del ’90 ai primi del 2000. I bar erano pieni di giovani ma non c’erano problemi di movida violenta. Ho foto in cui si vede il locale senza un posto libero e il più vecchio aveva forse 20 anni. Non abbiamo mai dovuto chiamare i vigili o un poliziotto per sedare una rissa. Credo che questo ci ponga davanti a serie riflessioni su cosa stiamo vivendo e cosa stiamo offrendo alle nuove generazioni. Non possiamo offrire ai giovani solo piazze e un bar per bere".
Ritrovare il ruolo sociale del bar che si è perso nel tempo: "Il bar è un presidio territoriale, soprattutto nelle periferie, dove si ritrovano gli anziani a giocare a carte o i ragazzini a dissetarsi dopo una partita a pallone. Qui si possono trovare socialità, serenità e una tranquilla evasione. Una convivialità che ci è mancata tantissimo a causa della pandemia e che non poteva essere cancellata dall’asporto: per noi è un ossimoro". E’ come un’altra casa o un secondo ufficio: "Sostituisce l’ambiente familiare durante la pausa pranzo o quello lavorativo mentre si discute con un collega davanti a un caffè". Ma bisogna anche sapere che dietro un caffè ci sta molto altro dietro: "Io lo vivo come un atleta. Loro si preparano anni e in 30 secondi di gara devono dare il loro meglio. E ogni volta che un cliente mi chiede un caffè dietro c’è un’attenta preparazione che va dalla miscela alla macchina, dalla pulizia al rispetto della lavorazione. E in 30 secondi ti giochi tutto. Per questo invito tutti a partecipare al gioco, a conoscere i bar della nostra provincia e a far conoscere anche ai nostri vicini le grandi qualità del territorio".