REDAZIONE MASSA CARRARA

I ritmi jazz salgono in cattedra all’Accademia

Primo incontro con gli studenti per il progetto ’MutArti’ ideato dalle Belle Arti in collaborazione con l’Istituto valorizzazione castelli

CARRARA

L’idea è ambiziosa: creare percorsi formativi e residenze artistiche unendo diverse realtà territoriali della provincia e per arrivare a istituire un laboratorio permanente di arte contemporanea in cui ci sia la compartecipazione di studenti e docenti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, esperti ed artisti del panorama musicale e delle arti visive. E l’obiettivo finale del laboratorio è quello di trasformare i luoghi dell’arte e della cultura di Massa-Carrara, selezionati ogni anno tra i 17 comuni, in inediti spazi espositivi per opere create con tecniche e linguaggi interdipendenti e site specific, ma anche di rendere il Festival Jazz un’occasione per presentare opere che saranno esito delle esperienze di residenza e parte integrante del palinsesto della rassegna stessa.

“Mutarti” si chiama il progetto ideato dall’Accademia e realizzato in collaborazione con l’Istituto di Valorizzazione Castelli per il Festival Jazz MutaMenti. Il primo passo ieri, nell’Aula Magna di Palazzo del Principe piena di studenti e con tanti di loro in collegamento streaming. Era l’incontro d’apertura de “Il rumore del Jazz”, percorso propedeutico interno al progetto che vuole portare quel particolare tipo di musica tra i giovani. Far scoprire il jazz, considerata una delle innovazioni musicali più sorprendenti e rivoluzionarie del Novecento, non solo per la suo forza musicale e i suoi codici ma anche, e soprattutto, per la sua rilevanza in campo sociale, mediatico e di incontro con arti differenti.

Ascoltare un brano jazz e provare a suonare o utilizzare il jazz come filo conduttore di un’opera prima ancora di capire cosa sia questo genere musicale era il tema del primo incontro di ieri, in cui gli studenti sono stati guidati nel riconoscere la struttura tematica di un brano, l’improvvisazione e come l’elemento improvvisativo possa cambiare all’interno di un brano, hanno approfondito i concetti base di stile, interplay, suono, accompagnamento e organici. E, indipendentemente dalla loro conoscenza del jazz e, se suonavano, dal loro livello musicale, sono stati invitati a portare un proprio strumento o un supporto lavorativo per sperimentare tecniche improvvisative e scoprire, operando secondo la personale attitudine e sensibilità, le radici del jazz e dell’improvvisazione.

"Prima di spiegare cosa fosse l’improvvisazione jazz abbiamo cercato di fargliela suonare – ha commentato poi il musicista-maestro Max De Aloe – . Non possiamo più stare sui palco, di spalle al pubblico, lamentandoci di non essere capiti ma dobbiamo scendere tra le persone, soprattutto tra i giovani, e sforzarci di trovare messi di comprensione e fascinazione".

Partenza in quarta dunque per “MutArti” verso l’obiettivo di promuovere i linguaggi dell’arte contemporanea, attraverso commistioni con la musica jazz, quali forme di narrazione dei luoghi d’arte e della cultura del territorio provinciale e quali strumenti per rendere tali luoghi spazi di riflessione sul contemporaneo oltre che di scoperta di nuove soluzioni alla quotidianità attraverso l’interazione tra artista e fruitore. Un’idea progettuale nata dalla proposta della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di creare un movimento culturale interdisciplinare per ridisegnare il futuro della cultura e della società, dove artisti, studenti e non solo, lavorino insieme in uno spazio di co-creazione per disegnare nuovi orientamenti.

E.R.