
di Claudio Laudanna
Tracce in musica per un concerto all’insegna della ripartenza e della riscoperta della bellezza dello stare assieme, ma anche come "antidoto alla malinconia di questi anni". Oggi alle 21,30 sul sagrato del Suffragio una serata scatenata sui ritmi coinvolgenti dell’Orchestra popolare italiana diretta da Ambrogio Sparagna. Dalla pizzica alla tarantella, dalla tammuriata al saltarello questo straordinario ensemble di voci, organetti, percussioni e tanti strumenti della tradizione italiana guiderà il pubblico in un viaggio per la penisola alla riscoperta di canti e balli che da secoli e per secoli sono stati tramandati. "Credo che il titolo stesso del festival Con-Vivere si sposi alla perfezione con la nostra idea di musica e con quello che stiamo facendo portando lo spettacolo in tutta Italia – spiega Sparagna -. La nostra proposta vuole essere un segnale di rilancio, crediamo che la musica possa aiutare a pensare a un futuro dove possiamo stare tutti più assieme in una dimensione di comunione e consapevoli che così l’incontro con gli altri possa diventare una festa. Durante il concerto ci sarà spazio per interventi di danza e cercheremo di coinvolgere il pubblico come è nella tradizione del canto popolare e come ci è stato insegnato dai nostri maestri: gli anziani e tutte quelle persone che abbiamo conosciuto e ascoltato". Un lavoro lungo e meticoloso che ha permesso ad Ambrogio Sparagna e alla sua Orchestra popolare di raccogliere tantissime tracce di quelle che sono le nostre radici comuni.
"Sono tutte tracce di resistenza e proprio tra queste cerchiamo di ricostruire dei percorsi delle tradizioni popolari in chiave moderna – prosegue -. Il cuore del nostro lavoro non è solo il cantare in dialetto, ma riproporre i vari contesti in cui questi canti nascevano e soprattutto quella dimensione di comunione nella comunità che li accompagnava. Gli Appennini sono l’elemento di congiunzione di tutto il nostro repertorio, sono la spina dorsale dell’Italia che mette in comunicazione il Nord con il Sud e che con il suo essere luogo di passaggio e incontro ha continuamente raccolto segni di culture di diverso genere che si sono poi sposate nel mondo rurale. Il mondo dei cantastorie, il mondo della transumanza era un mondo in cammino e questo loro spostarsi ha creato un filo rosso che si può seguire ovunque, tanto che si può dire che il canto popolare abbia unificato il paese prima ancora della politica. Nel nostro concerto tutti questi elementi saranno messi assieme secondo un’idea in cui ballo, canto, narrazione evocazione di melodie antiche serviranno a creare un’atmosfera che farà di questo spettacolo, almeno per noi, uno dei momenti più intensi della stagione".