DANIELE ROSI
Cronaca

Gli ’strefli’ del passato. Le memorie di Cordiviola

La scrittrice presenta giovedì il libro che recupera la tradizione orale

Alma Vittoria Cordiviola

Alma Vittoria Cordiviola

Una raccolta di racconti brevi in dialetto carrarino, nati dalla memoria viva e affettuosa dell’autrice. Storie vere, di persone reali, luoghi riconoscibili, vissuti e vicende quotidiane che, nel loro piccolo, compongono il grande mosaico della storia collettiva locale, in grado di restituire una cornice non troppo lontana del passato della nostra terra.

Sono queste le doverose premesse che accompagnano l’uscita di ‘Stréfli sparpaiati d’memoria’, il nuovo libro della scrittrice apuana Alma Vittoria Cordiviola, edito da Sea e inserito nel programma ‘Carrara si racconta’ organizzato dal Comune in collaborazione con Accademia Albericiana e la stessa Sea, Società editrice apuana. La presentazione del libro è in programma giovedì alle 18, al circolo Fuori Luogo - La Gora Aps, in via Carriona. Alla presentazione, oltre all’autrice, parteciperanno anche Davide Lambruschi, Gualtiero Magnani e Matteo Procuranti.

Gli avvenimenti del nuovo libro di Alma Vittoria Cordiviola, avvengono grossomodo tra il 1945 e il 1965, in un mondo che è oggi quasi scomparso e quindi ben diverso da quello attuale, in cui si svolgono scene di vita semplici, ma allo stesso tempo anche toccanti, narrate sempre con il rispetto e con l’amore di chi quelle scene le ha vissute in prima persona o per essere state ascoltate dalla voce degli anziani, come quelli di una volta, seduti nell’aia insieme ai più giovani, quando l’ascolto era considerato ancora un gesto di cura ma anche di cultura.

Scrivere in dialetto è per l’autrice un modo in particolare per rendere omaggio a quella realtà ora perduta, per restituirne, anche se solo parzialmente e per quella che è la propria esperienza, i suoni di una volta, ma anche i colori e le verità. Nel tempo del virtuale, questi ‘stréf’li’ citati nel titolo, sono letteralmente i pezzi sfilacciati di canapa che le corde usate per la lizzatura lasciavano molto spesso lungo il percorso, caduti sulla strada. Sono proprio questi pezzi sfilacciati, usati come esempio, che si fanno interpreti concreti di una memoria che resiste e che vuole essere mantenuta nel tempo per quanto più possibile.

Un libro che è dunque non solo un insieme di testimonianze dirette e indirette, ma che va considerato come un atto d’amore per la propria terra, per Carrara e allo stesso tempo un invito, o un appello, a riscoprire ciò che ci tiene maggiormente uniti, anche grazie alle tradizioni e alla storia locale.

D.R.