REDAZIONE MASSA CARRARA

Gli spazi della cultura: "Fuori i finanziamenti per la Sala Amendola"

Scende in campo la Pro loco sulla Francigena dopo anni di stallo "Il centro merita di tornare aperto: è ora che la politica dia risposte".

La “Pro loco sulla via Francigena” scende in campo per riavere la sala Amendola, lo spazio di via Marina confinante con la biblioteca civica chiuso ormai da anni perché inagibile. "Ridateci la sala Amendola" dice il presidente loco Sasha Biggi davanti alla struttura di cui denuncia il degrado. "Chiediamo alla politica di base di restituire alla cittadinanza uno spazio voluto proprio dalla politica", è l’appello dello storico Pietro di Pierro. Dopo che il sogno del finanziamento statale da 700mila euro legalo ai ‘cammini’ è sfumato, con la bocciatura del progetto della sala Amendola legato ai pellegrini della via Francigena, la Pro loco di Avenza torna alla carica e annuncia ‘battaglia’. "Dispiace per l’esito non positivo del bando sulla via Francigena che avrebbe ridato consistenza alla sala Amendola" dice Biggi, "ma questo non ci esime dal chiedere che il problema del centro culturale Amendola sia considerato una priorità imprescindibile, e la cancrena di una parte del suo corpo finirebbe con l’infettarlo tutto" conclude Di Pierro.

"Chiediamo che a prescinder dall’arrivo di aiuti esterni – dice il segretario della Pro loco Claudio Poletti –, si metta mano a progetti concreti, sia edilizi sia di organico, per il centro culturale Amendola". "Avenza è il centro della città di Carrara del terzo millennio, e non si può far finta di non vederlo" aggiunge Biggi. Quella della sala Amendola è una questione molto sentita dagli avenzini che, dopo la chiusura dello spazio multifunzionale per problemi statici, si sentono privati di uno spazio essenziale di aggregazione negli anni usato come aula per l’Università del tempo libero, per mostre, concerti, conferenze e varie iniziative. "Il centro culturale Amendola ha una storia antica, ma di recente ha conosciuto un’incredibile parabola discendente – spiega Di Pierro –. Nasce dal testamento di Carlo Finelli che nel 1854 lasciò i suoi beni in Avenza per l’istruzione dei ‘Poveri fanciulli di quella Comune’. Negli anni il patrimonio ha subito vari saccheggi e poco è andato alle finalità del lascito. Il centro culturale Amendola ne è parte integrante anche nelle finalità, sebbene molti lo ignorino". "La sua istituzione portò nuova vita ad Avenza – va avanti di Pierro –, con un sistema bibliotecario comunale all’avanguardia e tendente alla diffusione capillare della cultura in una città policentrica, che come tale se non curata è a rischio costante di degrado".

Nel mirino della Pro loco anche il parco del Partigiano. "Il parco è in contrasto con la biblioteca perché chi ha esigenze di studio deve convivere con le esigenze dei bambini di giocare e divertirsi – commenta Biggi –. La sindaca quando era venuta ad Avenza per incontrare i cittadini disse che era stato stanziato un budget almeno per mettere in sicurezza l’Amendola. Il degrado della sala non è solo materiale è anche culturale. C’è in atto una cancrena che va arginata. Come Pro loco lanciamo l’idea di fare degli incontri pubblici finalizzati alla riqualificazione dell’area da condividere con l’amministrazione".

"La parabola discendente del fiore all’occhiello delle amministrazioni degli anni Settanta e Ottanta è stata trasversale, ed è stata parallela alla perdita per Avenza di importanti uffici e servizi dalla seconda decade degli anni Duemila – conclude Di Pierro –. Polizia municipale, stato civile, ufficio entrate, uffici acquedotto e trasporti, Coni, media da Vinci, Università del tempo libero, tutti elementi che hanno contribuito, col mancato indotto, alla chiusura di numerosi esercizi desertificando intere strade"

Alessandra Poggi