REDAZIONE MASSA CARRARA

Gli investitori conquistati dai vitigni della tradizione

L’azienda ’Il monastero dei frati bianchi’ coltiva solo qualità autoctone. In pochi anni ha triplicato la superficie vitata e ora punta all’enoturismo

FIVIZZANO

Mantenere la tradizione enologica in Lunigiana, salvaguardando i vitigni autoctoni; sviluppare l’enoturismo. Sono chiari gli obiettivi del viticoltore Giorgio Tazzara di Monte dei Bianchi, borgata della Valle del fiume Lucido esposta a mezzogiorno. E’ qui che il suo impegno ormai ventennale è stato capace di attrarre capitali privati che stanno determinando un impulso economico-produttivo di rilievo. "Tre anni fa – racconta Tazzara – da ditta individuale abbiamo allargato l’azienda fino a divenire una srl, ’Il monastero dei frati bianchi’, di cui sono amministratore e che ha già creato 4 posti di lavoro". L’azienda, prende il nome dall’antico convento dei frati Rocchettini sui cui terreni Tazzara, da tempo, ha impiantato 3 ettari di vigneto specializzato, privilegiando soprattutto colture autoctone.

"In Lunigiana – spiega –, pochi sanno che esiste una buona presenza di terreno costituito da ’galestro-alberese’, l’unità toscana che determina i vini di qualità. Si tratta della conformazione geologica di terreni ricchi di scheletro, sassosi, che drenano facilmente, permettendo così alle uve di avere un’alta concentrazione zuccherina. Oltre ai 3 ettari in produzione sul terreno a galestro-alberese de ’Il monastero’, ne abbiamo impiantato una identica estensione alla Rocca, su una collina a 250 metri d’altezza, esposta a pieno sole. Stiamo poi portando a termine ex novo altri vigneti, per un totale complessivo di 10 ettari di superficie vitata. I lavori di ristrutturazione della Rocca di Monzone prevedono la riqualificazione di 3 unità immobiliari esistenti, a fini ricettivi; nel piano sottostante, verrà ricavato un salone per affinamento vini, la ’barricaia’, grazie all’isolamento termico, mentre al piano superiore una sala di degustazione di 90 metri quadri. E’ necessaria una nuova cantina per la lavorazione delle uve e l’imbottigliamento del vino, pertanto la cantina di Monte dei Bianchi verrà a cessare e al suo posto ne sarà edificata un’altra nei pressi della Rocca".

Nel 2004, quando Tazzara iniziò la sua attività, il 70% dei vitigni impiantati erano internazionali e solo il 30% autoctoni; oggi i vitigni autoctoni sono il 100%. "La Lunigiana - spiega l’imprenditore - vanta un numero incredibile di varietà locali. Alle qualità a bacca rossa, come la pollera e la barsaglina, abbiamo ampliato la produzione con vitigni bianchi del nostro territorio come la durella e l’albarola. Qual è il più rappresentativo della Lunigiana? "La pollera – risponde Tazzara – che io definisco ’intrigante’ e che l’enologo Francesco Petacco dell’Università di Pisa, definisce il Pinot nero della Lunigiana".

Roberto Oligeri