Geo Barents ’bloccata’ in porto: "Mancato rispetto delle istruzioni"

Fermo amministrativo di 20 giorni per la Ong di ’Medici senza frontiere’ che aveva a bordo 249 migranti

di Daniele Rosi

Venti giorni di fermo amministrativo assegnati alla Geo Barents. Ieri mattina l’ufficialità del fermo, comunicata dall’equipaggio della nave di Medici Senza Frontiere giunta mercoledì mattina al porto di Marina con a bordo 249 migranti. Per lo scalo apuano non è la prima volta che una Ong viene bloccata in porto da un fermo amministrativo. Era già capitato due volte alla Open Arms, fermata una prima volta alla fine di agosto dell’anno scorso, e poi alcune settimane dopo, i primi di ottobre, in occasione di un nuovo sbarco. Per tre settimane la Geo Barents sarà dunque bloccata nel porto, in attesa di ripartire per nuove operazioni di salvataggio in mare. Passando dal viale da Verrazzano è possibile adesso scorgere il profilo della gigantesca nave di Medici Senza Frontiere. Però se fino a mercoledì intorno alla nave gravitavano in banchina operatori sanitari, volontari e forze dell’ordine, da ieri e per i prossimi venti giorni calerà invece il silenzio, con il solo rumore dei mezzi di lavoro all’interno del porto, dove nel frattempo sono riprese a pieno ritmo le normali attività quotidiane.

Il fermo amministrativo della Geo Barents è stato messo in atto, secondo Medici Senza Frontiere, per il ‘mancato rispetto delle istruzioni della Guardia Costiera libica durante l’operazione di soccorso di sabato, e perché avrebbe messo in pericolo la vita delle persone soccorse’. Il riferimento riguarderebbe quindi la seconda operazione delle tre complessive di soccorso fatte nei giorni scorsi dalla Ong prima di vedersi assegnato il porto di Marina.

Il secondo soccorso è avvenuto il 16 marzo e ha visto alcuni momenti di tensione con la Guardia Costiera libica, come documentato anche da alcuni video postati dallo staff di Msf. La notizia del fermo, il ventesimo che viene fatto alla nave di una Ong, non è stato ovviamente preso bene dall’equipaggio a bordo della Geo Barents, che nel frattempo ha già anche annunciato la volontà di fare ricorso contro il blocco. "L’accusa è aver impedito lo scorso 16 marzo il soccorso della Guardia Costiera libica – spiega Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi di Medici Senza Frontiere – che in reatà ha effettuato manovre che hanno messo in pericolo la vita delle persone. Episodio che avevamo denunciato con le immagini di Sea Bird 2 e le nostre riprese dal ponte. Mentre soccorrevamo 146 persone, un pattugliatore della Guardia Costiera Libica, donato dall’Italia un anno fa, ha bloccato le operazioni di soccorso mettendo in pericolo le persone sul barchino e minacciando il personale di Msf. La Guardia Costiera Libica, finanziata dall’Italia e dalla UE, mette in pericolo la vita delle persone in mare e cerca di fermare le operazioni di salvataggio della società civile".

Il personale ha aggiunto inoltre di vedere un accanimento contro le Ong, con la volontà di fermare chi cerca di garantire la vita delle persone in mare. "Testimoniando la costante e deliberata violazione del diritto internazionale – conclude Msf – e di quegli stessi trattati che anche l’Italia ha firmato".