PATRIK PUCCIARELLI
Cronaca

Pugni chiusi e bandiere rosse, il funerale di Nando Sanguinetti

Canti e ricordi della sua vita dedicata a difendere i valori della Costituzione. Affollato corteo fino al municipio

I funerali di Nando Sanguinetti

I funerali di Nando Sanguinetti

Carrara, 9 gennaio 2024 – Pugni chiusi e bandiere rosse: il funerale di Nando Sanguinetti è stato proprio come lo avrebbe voluto lui. Un grande corteo partito da via del Cavatore per arrivare in municipio, poi tutti nella sala di rappresentanza intonando ‘Bella Ciao’. La sinistra si è unita in piazza 2 Giugno, lo ha fatto per l’ultimo ‘combattente’, lui che con gli occhi di un bambino ha vissuto la guerra e nell’antifascismo ha fondato la sua missione. Si sono stretti intorno alla sua famiglia: Anpi, Rifondazione, Cgil, PD, presenti anche 5 Stelle. Erano in tanti ed erano lì per la cerimonia laica in suo onore. "Lo chiamavamo Nandino – ricorda la presidente dell’Anpi di Carrara, Almarella Binelli – perché era di struttura minuta ma con un’elevata struttura morale. Voleva salvaguardare i valori e i diritti della costituzione perché non dobbiamo permettere che sia stravolta o calpestata". Era proprio ieri, di lunedì il suo funerale, giorno di mercato settimanale a Carrara, quando Nando con il suo basco rosso sedeva tra i banchi dietro il suo piccolo tavolino per distribuire le tessere dell’Anpi. "La tessera l’ho rinnovata con lui poco tempo fa – racconta la sindaca Serena Arrighi –. Un uomo che ha combattuto tutta la vita con determinazione e chiarezza per quegli ideali che ci hanno consegnato l’Italia democratica". Combatteva anche per Lazzaro, il fratello partigiano morto sui monti di Castelpoggio pochi giorni prima del 25 aprile.

«Per lui era una figura mitologica quel fratello – spiega Cristiano Corsini, delegato alla Memoria del Comune –. Mi ha spesso raccontato di quando è stato imprigionato a Forte Bastione con la madre Gina perché cercavano informazioni sul fratello". Dispensava racconti, lo faceva in un viaggio in macchina, seduto a tavola oppure in una semplice chiacchierata a fine corteo "per questo le sue parole non devono andare perse – interviene il segretario provinciale della Cgil, Nicola Del Vecchio – perché nella fase storica e politica che stiamo vivendo la sua perdita è ancora più amara. Un testimone del passaggio della guerra nella nostra provincia, coraggioso come le donne del 7 luglio e il partigiano Giorgio Mori scomparso la primavera scorsa. Ricordo la reazione di Nando quando ci fu chi pensò di poter issare la bandiera della repubblica sociale sul Sagro. Con la sua forza di volontà è salito fino in cima e ha sventolato la nostra bandiera dell’Anpi, quella dell’antifascismo".

Ha seminato Nando Sanguinetti, sperando che le generazioni future possano prendersi cura di quei semi veicolo di pace e "di lotta alle ingiustizie, alle disuguaglianze – prende la parola il figlio Maurizio Sanguinetti – perché su questi ideali ha basato la sua vita. Era un padre severo ma attento, poco presente fisicamente nella nostra vita quotidiana, ma sempre pronto nel momento del bisogno. In casa non era diverso da come lo conoscono tutti, quando ci si sedeva a tavola si apriva un mondo di ricordi e vita vissuta".

Un giovanissimo testimone degli orrori della guerra "una storia che nel nostro paese non può lasciare spazio a tentativi di negazionismo e revisionismo – spiega l’assessore regionale alla cultura della memoria, Alessandra Nardini – ecco perché insieme all’Anpi ci stiamo impegnando per promuovere lo studio della costituzione in tutte le nostre scuole. Il fascismo non ha fatto anche cose buone per questo devono essere sciolte tutte le associazioni di stampo neofascista e neonazista". Infine prende la parola il coordinatore comunale di Rifondazione, Piero Marchini: "Il tuo esempio Nando sia di stimolo per tutte le generazioni. Il banchetto che lui metteva nelle piazze era un presidio itinerante della democrazia. Un grande uomo con grande sogno: lottare per un mondo diverso".