REDAZIONE MASSA CARRARA

Folla per l’addio a Robè. Il saluto di Forno ad Alberti ex calciatore amico di tutti

Un lungo corteo ha attraversato il paese. Il cordoglio della Carrarese . Nell’omelia don Ernesto ha ricordato la loro amicizia lunga mezzo secolo. .

Un’immagine recente di Roberto Alberti, scomparso all’età di. 78 anni dopo una lunga malattia. Ex calciatore, ha giocato nella Juventus giovanile e nella Carrarese. Era grande tifoso della Fioretina

Un’immagine recente di Roberto Alberti, scomparso all’età di. 78 anni dopo una lunga malattia. Ex calciatore, ha giocato nella Juventus giovanile e nella Carrarese. Era grande tifoso della Fioretina

Un lungo corteo ha attraversato il paese di Forno per l’ultimo saluto a Roberto Alberti detto Robè. C’era tanta gente ad accompagnare la salma al cimitero locale nel rito funebre officiato da don Ernesto Zucchini. Roberto Alberti aveva 78 anni e da tempo stava combattendo una malattia che alla fine ha preso il sopravvento. Don Ernesto, nell’omelia, ha ricordato i 45 anni di amicizia condivisa con Roberto, uomo di grande fede e umiltà. Robè era l’amico con cui poter parlare, discutere. Un uomo aperto, estroverso e bisognoso di condividere il suo tempo, anche durante il periodo buio della malattia. La carrozzella, ultimamente, era diventata sua compagna di viaggio per raggiungere il bar in paese, a fatica, e scambiare quattro chiacchiere con gli amici. Amici che lo hanno seguito, accompagnandolo all’ultima sua dimora.

Roberto è stato ricordato anche dalla Carrarese calcio che ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di quell’ ex terzino destro azzurro, protagonista dal 1969 al 1975 con 181 presenze ufficiali, che lo collocano al decimo posto nella storia del club per numero di partite giocate. Roberto è stato principalmente un gran tifoso della Fiorentina. Orgoglioso di aver fatto parte del clan bianconero come terzino dell’under 21 della Juventus, non esitò mai a ribadire che il suo cuore era rimasto tra le fila della giovanile della Fiorentina.

"La straordinaria storia di mio padre – racconta la figlia Guglielma – si racchiude in fatti che reputo molto importanti. Il primo è il destino: figuratevi un ragazzino di un paese piccolo come Forno, tra le macerie ancora visibili del dopo guerra, orfano di madre e povero come tutti in quel tempo, come sia riuscito a trasformare il suo potenziale disagio in grinta agonistica, arricchendo non solo la sua esperienza personale ma anche la vita dei suoi numerosissimi amici che lo hanno accompagnato fino alla fine, riuscendo a trasformare un lutto in una festa commovente, rendendo mio padre più vivo di sempre". Tra spintoni, gomitate e calci negli stinchi, con il pallone si impara a cadere e a rialzarsi anche con l’aiuto degli avversari: un valore che Roberto Alberti lascia non solo ai familiari, la moglie Rosina, i figli Roberto e Guglielma, i nipoti Elia,Gianmarco, Benedetta e Tiziano ma anche a chi ha avuto la fortuna di aver condiviso con lui un piccolo tratto nel cammino della vita.

Angela Maria Fruzzetti