CRISTINA LORENZI
Cronaca

Carrarese, il miracolo azzurro: la gioia di una città che non ha mai smesso di crederci

Caroselli dai monti al mare, ovunque i colori della squadra. Il sostegno per l’undici del tecnico Calabro non è mai mancato

Carrara, 10 giugno 2024 – Un sogno che alla fine si è avverato. Inseguito da anni dai tifosi, che mai hanno fatto perdere il proprio appoggio, accarezzato da una città intera che nelle ultime settimane, quando la strada sembrava sempre più breve e sempre più persone cominciavano a crederci, si è unita come in poche occasioni la città del marmo sa fare, per far sentire tutti insieme il supporto all’undici di mister Calabro.

Se la curva nord è stata il dodicesimo uomo in campo, il resto della città ieri ha voluto esserci alla firma con la storia. In 4500 allo stadio hanno seguito con trepidazione, dal gol al quinto minuto del bomber Finotto, un sogno che stava per avverarsi, un miracolo che diventava sempre più vero nella finalissima con il Vicenza. L’emozione è stata anticipata dalla sindaca Serena Arrighi che ha dimostrato fin da subito certo ottimismo: "Sono tesa, lo confesso, ma molto fiduciosa nell’impresa degli azzurri perché è un’occasione così grande e bella e non possiamo lasciarla andare via. Crediamoci tutti uniti per la città". In tribuna si è complimentato per il comportamento dei tifosi l’editore Urbano Cairo, presidente del Torino, che alla fine del primo tempo ha apprezzato il gioco degli azzurri. Don Piero Albanesi ha suonato a festa le campane del duomo e c’è stato chi ha accompagnato cori e cortei dai monti al mare con fuochi d’artificio, fumogeni e musica. Una città tinta di giallo e di azzurro, dai suoi bar ai suoi balconi, addobbati con palloncini e bandiere, che è entrata a testa alta nella storia del calcio con un passaggio in serie B conquistato con lavoro e fatica, meritato e quindi ancora più apprezzato. Allo stadio ieri 4500 persone: tanti i tifosi, tanti coloro che per la prima volta hanno varcato la soglia di piazza Vittorio Veneto. Tante le donne e tanti i bambini con le loro bandiere che hanno trasformato una partita di finale in una festa di gioia. Da tempo la città non era così unita e da tempo si erano lasciate polemiche e accuse. Per un giorno i social si sono riempiti di cuori giallo azzurri, di cori intonati da una nota unanime, di messaggi di supporto e di incoraggiamento. La città unita ha dimostrato di essere quella vincente e sarebbe bene che la lezione diventasse un prezioso consiglio anche per altre occasioni. Una giornata che ha richiamato in città tanti che vivono fuori e che hanno voluto esserci alla sfida più importante. Chi come il giornalista Cesare Arcolini ha voluto rivivere emozioni antiche, delle prime cronache fatte da questa città "Come buona parte dei cronisti che da bambini si innamorano del mestiere di giornalista ho cominciato a lavorare nello sport. Era il periodo della gabbia di Orrico..". Il resto è stata una festa che nelle piazze cittadine si è snodata con bandiere, caroselli, camion carichi di tifosi, cortei e cori in piazza Menconi, lungo il viale XX Settembre fino in centro cit tà.

La squadra con il presidente Fabio Oppicelli, Manrico Gemignani e l’intero staff di piazza Vittorio Veneto è poi andata a cena in un blindatissimo Club Nautico con tutti i tifosi che attendevano sul viale Colombo per salutare gli undici eroi della B. Nei programmi c’era trasferirsi in nottata in piazza Alberica per un bagno di folla con i tifosi.