
"Fermate la variante Sogegross". Appello dei grossisti al sindaco
Sono 22 aziende che danno lavoro a oltre 250 persone: oltre due volte la Sanac. E bisogna aggiungere l’indotto, fatto di professionisti come commercialisti e avvocati, poi autolavaggi e servizi, manodopera come gli elettricisti, per un’occupazione indiretta che si aggira su altri 200 lavoratori. Un sistema economico ‘massese’ che si regge in piedi vivendo di prossimità ma che potrebbe crollare, almeno in parte, con l’arrivo di un colosso del commercio all’ingrosso come Sogegross, peraltro con una variante da approvare in consiglio comunale per l’insediamento in area industriale.
E’ l’allarme che lanciano 22 imprese all’ingrosso del territorio che lunedì sera alle 18 si presenteranno in consiglio comunale con una lettera indirizzata al sindaco Francesco Persiani, alla giunta e a tutti i consiglieri per chiedere di fermare la variante. Rappresentano parte del tessuto economico e sociale, sono famiglie che lavorano e abitano qua: Pietro Angeloni, AngeloniVini di Salvatore Rigano, Copac, Delmar, Dilac Toscana, Ditta Alberti di Palmiro Alberti, F.lli Bongiorni, Gf1, Gros F4 F.lli Panconi, Kc Service, La Milanesina, Luma Bevande, Maggi Frutta, Moial, Mosti Commerciale, Mottini Catering, Orto Verde, Panconi Catering, Paper One, Ricci distribuzione Bevande, Sgm, Zanini Bassano.
Una lunga lettera che spiega le ragioni di un ‘no’ ragionato. Non mettono in discussione la legittimità tecnica dell’atto ma l’indirizzo di sviluppo economico, "l’opportunità politica di consentire una simile operazione. Alla luce della nostra esperienza lavorativa nonché di studi scientifici svolti da importanti associazioni di categoria italiane, emerge da anni che l’arrivo in territori assimilabili al nostro di aziende di dimensioni rilevanti comporti un colpo, potenzialmente mortale, alle piccole e medie imprese presenti ed esercenti la medesima attività di commercio all’ingrosso specializzato". Non si parla di sfida fra ‘pari’ ma di un "gigante del settore e che, in quanto a giro d’affari, è quasi assimilabile ad una multinazionale. In un territorio caratterizzato da un’economia locale depressa come il nostro, nonché saturo di imprese operanti nel settore, non può avere come effetto quello di incentivare la concorrenza ma può soltanto distruggerle, dato lo squilibrio in termini di potere di acquisto della materia prima che non è compensabile in alcun modo sul prezzo finale del prodotto, anche a fronte di una potenza finanziaria non paragonabile".
Sui posti di lavoro che porterebbe la variante, le aziende del territorio evidenziano che potrebbe trattarsi di uno "specchietto per le allodole. Nel periodo successivo, farà seguito una repentina riduzione del numero degli occupati, dovuta alla contrazione del fatturato delle imprese già presenti che non potendo competere, dovranno attuare una politica aziendale di revisione e contenimento delle spese, tra cui anche quelle relative alla forza lavoro".
E’ una scelta, sottolineano ancora, che certo non mette ‘prima i massesi’ perché a differenza di Sogegross "la quasi totalità degli imprenditori nonché dei dipendenti rappresentati, risiede a Massa ed è in questa città che vive, investe i guadagni, compie gli investimenti, oltre a creare lavoro indotto affidandosi a commercialisti, avvocati, frigoristi, elettricisti del territorio. Significa adottare un’azione politica indirizzata in senso diametralmente opposto rispetto all’interesse del tessuto imprenditoriale e cittadino".
Francesco Scolaro