ANDREA LUPARIA
Cronaca

Falsa partenza in Tribunale per la maxi frode fiscale

A molti dei 20 indagati non era giunta la notifica. Il Gup rinvia tutto a settembre. Nell’inchiesta finì agli arresti la commercialista Maria Grazia Bernabucci

di Andrea Luparia

Tutto rinviato. Per difetto di notifica. Se ne riparlerà a settembre, per la precisione il 15 settembre. Falsa partenza, insomma, dell’inchiesta portata avanti lo scorso anno dalla Guardia di Finanza e che ha visto la Procura chiedere il rinvio a giudizio di Maria Grazia Bernabucci, 69 anni, di professione consulente aziendale, residente a Massa, e di altre 19 persone. Ieri il Gup Dario Berrino, poco prima delle 13 ha aperto l’udienza preliminare. Ma è stato tutto molto veloce. Alcuni avvocati hanno fatto notare che a loro e ai loro assistiti non era giunta alcuna notifica. E il Gup ha rinviato tutto a settembre.

Ma facciamo un passo indietro. Secondo le “Fiamme Gialle“ e la Procura, la Bernabucci è stata l’ideatrice di uno “schema“ con società fittizie intestate a prestanome. L’obiettivo era frodare il fisco. Accanto alla consulente aziendale, ai vertici di questa piramide, sempre secondo la Procura, c’era Paolo Sassetti, 79 anni, originario di Carrara e residente a Sarzana. Non a caso entrambi lo scorso anno sono finiti agli arresti domiciliari. A condurre le indagini, è stato lo stesso Procuratore Piero Capizzoto. Era stato lui, il 25 agosto, a firmare “L’avviso conclusione indagini ed informazione sui diritti della difesa“. Le accuse mosse nei confronti degli indagati sono pesanti. Facciamo, a titolo esemplificativo, alcuni esempi. Solo per quanto riguarda la società Geco srl, sono accusati di aver sottratto al pagamento di imposte sui redditi e dell’Iva oltre 200mila euro. I due, con altri, sono accusati di aver cagionato il fallimento della stessa società (che aveva sede a Sarzana), dichiarata fallita dal Tribunale della Spezia. Non basta. La commercialista e il suo collaboratore, insieme ad altri, sono accusati del fallimento della società Cgt Metal con sede a Carrara. Più o meno stesso discorso per il fallimento della società Diffusione gas che aveva sede a Massa. L’inchiesta non ha coinvolto solo italiani (professionisti, imprenditori, parenti di questa o quello) ma anche immigrati dal Marocco. Uno è senza fissa dimora, il secondo abita nel centro storico di Massa. A settembre comunque sarà il Gup a decidere chi andrà a processo e chi no.