REDAZIONE MASSA CARRARA

Ex Ugo Pisa "Il valore storico c’è". Contestata la decisione del ministero

L’esperto architetto Paolo Camaiora definisce "gravissima" la decisione di rimuovere il vincolo di tutela "La struttura e la passerella sono rappresentative di Marina di Massa". Intanto il consiglio approva la variante.

Il consiglio comunale di Massa ‘prende atto’ della variante urbanistica della ex Colonia Ugo Pisa con un voto compatto da parte della maggioranza e il sostegno di di Fratelli d’Italia. Solo 7 i voti contrari, tutti dal fronte del Pd e Massa è un’altra cosa. Questo non ferma le contestazioni e le visioni alternative che arrivano dalla città, in particolare da soggetti qualificati e in questo caso il documento elaborato dall’esperto architetto Paolo Camaiora: la Ugo Pisa nei fatti "conserva un valore storico e un valore testimoniale non indifferente essendo la prima struttura di Marina di Massa edificata antecedentemente all’avvento del regime fascista che viene trasformata di fatto in una colonia marina elioterapica". La passerella, "oltre ad essere elemento significativo, significante ed identificativo del territorio, segna con gli appoggi a terra la larghezza della sede stradale e le rispettive piste ciclabili e pedonali dimostrando quella che fu l’idea primigenia di progettazione della dimensione del viale litoraneo e dell’uso che se ne voleva fare nel tempo suddividendo e distinguendo già all’epoca i percorsi (automobilistici, ciclistici, pedonali)". Passerella che è un ‘segno’ del territorio, "elemento identificativo e di alto valore storico-testimoniale della costa" prosegue l’architetto che incalza: "Tutto si può fare. Tutto si può disfare. Tranne l’identità di un territorio, di un luogo, di un edificio che rappresenta tuttora l’identità e la storia di Marina di Massa".

Camaiora invita a guardare oltre i confini regionali, alla vicina Liguria dove le colonie sono state recuperate e riqualificate e ribadisce: "Se è vero che vi sono edifici che possono essere privi di un alto valore architettonico, tale da dover giustificarne la demolizione, altrettanto non si può accettare con superficialità di demolirlo perché ‘presenta in alcuni punti carenze strutturali’ ben sapendo che altro non sono che la voluta mancata manutenzione ordinaria e straordinaria nel tempo".

Ed è qui che l’architetto giudica ‘gravissima’ la decisione della rimozione del vincolo di tutela basta "su qualche sterile relazione capziosa" per realizzare "un semplicistico e riduttivo intervento di ‘scatoloni colorati’ e sterile ‘passerella’. Si creerà un precedente tale per cui, nel giro di pochi anni, saremo liberi di cancellare la storia, l’identità e soprattutto alcuni edifici posti ancora sotto tutela per fare posto ad interventi edilizi. La Ugo Pisa, i due corpi di fabbrica e la passerella aerea devono essere mantenuti ma non demoliti – conclude –. Si svuotino all’interno, si intervenga all’interno, ma si conservino le facciate e tutte le sue caratteristiche. Con lo stesso importo si possono eseguire interventi di restauro e recupero. Si demoliscano i manufatti edificati nel secondo dopoguerra: questi si privi di identità e con serie problematiche strutturali, andando a costruire con la stessa volumetria nuovi edifici volti a contenere i vari servizi. Altrimenti un domani si potranno demolire la Colonia XXVIII Ottobre (Torino), la Olivetti, la Motta, il complesso del Don Carlo Gnocchi (ex Colonia senese ed ex Colonia Rex Vittorio Emanuele III), la Casa Faci del Clero e la sua chiesa attigua, la Torre Fiat".