
di Francesco Scolaro
Dal luna park dell’estate a un grande capannone destinato all’attività commerciale all’ingrosso. Solo per l’industria sembra non esserci spazio in quel lotto dell’ex Dalmine dove nessuno ha mai voluto davvero investire per quelle che erano le destinazioni d’uso degli strumenti urbanistici. Una piccola porzione nel perimetro della zona industriale apuana. Grandi spazi vuoti, un’area abbandonata e degradata, proprio all’uscita dell’autostrada che per anni ha rappresentato un pugno negli occhi per i turisti che si affacciavano sulla nostra costa prima di svoltare verso il mare o le montagne.
Oggi però c’è chi su quel terreno ha puntato gli occhi e vuole costruire qualcosa. Non un’industria ma un grande capannone per il commercio all’ingrosso. Si tratta della società Sogegross Spa di Genova tra i primi dieci gruppi privati in Italia nel settore della grande distribuzione organizzata (fra le insegne che fanno capo alla società anche Ekom), proprietaria dell’area: azienda di stoccaggio e vendita di prodotti alimentari per alberghi, ristoranti, negozi et via dicendo. In realtà già almeno dall’inizio dell’anno la società aveva avanzato agli uffici di palazzo civico un’idea: avviare una variante al Regolamento urbanistico per consentire anche la destinazione d’uso di commerciale per quel lotto mai completato dell’ex Dalmine.
Lo aveva anticipato La Nazione a marzo: una proposta inserita come obiettivo esecutivo del settore urbanistica all’interno del Piano generale dell’amministrazione, sotto la diretta competenza del nuovo dirigente Stefano Francesconi, arrivato pochi mesi fa dal Comune di Montignoso. E lo stesso sindaco Francesco Persiani non si era certo nascosto: aveva infatti dichiarato di voler disegnare un nuovo sviluppo per Massa a partire da una revisione della zona industriale tramite il prossimo Piano strutturale a partire dalle "fasce di bordo. L’area che va verso Carrara, da via Oliveti e l’Aurelia a tutta la zona industriale, deve riportare occupazione. Ha bisogno di essere razionalizzata. Vogliamo progettare uno sviluppo armonioso, senza castelli, muraglioni e fabbricati fatiscenti. Gli insediamenti artigianali, industriali e commerciali devono portare lavoro e risorse economiche da destinare a importanti opere pubbliche".
Ed ecco la prima vera mossa in questo senso. La richiesta di variante presentata da Sogegross è firmata dall’architetto Pier Giorgio Castellari. Su un’area produttiva dismessa di circa 11.780 metri quadrati, derivante dalla mancata saturazione dei lotti edificabili previsti dal decaduto piano di lottizzazione convenzionata ex Dalmine, dove realizzare una nuova struttura di vendita all’ingrosso, un capannone di 4.894 metri quadrati di superficie coperta e 4.972 lorda con parcheggio privato pertinenziale da 113 stalli standard e 3 per disabili. In cambio a titolo perequativo, la monetizzazione della cessione delle aree per la realizzazione di standard pubblici su 1.230 metri quadrati come verde e parcheggio pubblico.
La società, con l’approvazione dell’amministrazione, prova a passare da una variante semplificata sostenendo che la funzione commerciale non va a peggiorare le condizioni dell’area, anzi sarebbe meno impattante dell’industria, garantendo riqualificazione e occupazione. Il progetto sarà dovrà passare alla verifica di assoggettabilità alla Vas, ossia la Valutazione ambientale strategica, che chiamerà in causa tutti gli enti coinvolti a vario titolo e in particolare la Regione e la Provincia.