Ex Coke, veleni infiniti. Eni Rewind e Asi ricorrono contro Regione e Provincia

Contestato l’atto che individua le aziende come responsabili dell’inquinamento. Anche la bonifica dell’area rischia ora di bloccarsi in attesa della sentenza.

Ex Coke, veleni infiniti. Eni Rewind e Asi ricorrono contro Regione e Provincia
Ex Coke, veleni infiniti. Eni Rewind e Asi ricorrono contro Regione e Provincia

Tutta la procedura di individuazione del responsabile della contaminazione per la successiva bonifica dell’area Ex Italiana Coke, rischia di arenarsi un’altra volta, se non tornare al punto di partenza. Le aziende Eni Rewind e Asi non ci stanno infatti a essere individuate come responsabili dell’inquinamento, se pur con motivazioni e ‘pesi’ differenti, e hanno presentato ricorso al Tar contro il decreto firmato dall’ufficio unico per le bonifiche costituito fra Regione e Provincia in fase transitoria fino al 31 dicembre 2024. Una pratica andata avanti per oltre 6 mesi, partita dagli uffici della Regione Toscana per poi arrivare al decreto finale solo a settembre attraverso il nuovo ufficio unico delle bonifiche. In tutti questi mesi sono stati analizzati documenti, soprattutto storici, e le varie caratterizzazioni effettuate per capire a chi fosse imputabile la presenza dei veleni in quella che un tempo era la proprietà dell’ormai ex Cokapuania, poi Vetrocoke Cokapuania e infine Italiana Coke, e a chi spettasse quindi il compito di rimuoverli, come previsto dalla normativa nazionale ed europea. Una discussione che ha chiamato al tavolo le aziende un tempo operanti sulla proprietà e quelle ancora presenti per poi concludersi con il decreto finale dell’ufficio bonifiche che appunto chiamava in causa solo Eni Rewind e Asi, anche se in anni e in misure differenti.

La replica delle aziende non si è fatta aspettare e a inizio novembre hanno depositato al Tar un ricorso con cui chiedono l’annullamento dei decreti, chiamando in causa la Regione Toscana, che si è già costituita in giudizio, oltre alla Provincia entrata in gioco solo a settembre, oltre al Comune di Carrara e altre imprese operanti sulla proprietà. Un ricorso che chiede sin da subito una discussione sulla sospensiva dell’atto perché mette già in capo alle due società responsabilità e obblighi ben precisi, oltre che onerosi, fra bonifica e contenimento della contaminazione. Tutto in discussione, anche i documenti presupposti. Nel caso in cui i giudici amministrativi dovessero concedere la sospensiva, l’iter si bloccherebbe in attesa del giudizio di merito che avverrà con tutta probabilità nel 2024. E in tal caso una sentenza favorevole alle società coinvolte potrebbe addirittura riaprire tutto l’iter, prolungando ancora i tempi per l’individuazione dei responsabili e la realizzazione della bonifica.

Francesco Scolaro