"Sono l’esorcista: vi libero dal male". Padre Enrico, è lui l’anti-demonio

La Diocesi l’ha incaricato ufficialmente. «Luoghi infestati, qui? Sì»

FEDE Padre Enrico Di Vita nel suo studio all’Istituto dei Missionari di Maria e, in alto a destra, all’esterno dell’edificio (foto Paola Nizza)

FEDE Padre Enrico Di Vita nel suo studio all’Istituto dei Missionari di Maria e, in alto a destra, all’esterno dell’edificio (foto Paola Nizza)

Massa Caerrara, 12 ottobre 2016 - SE NON AVESSE incontrato la fede avrebbe costruito ponti e strade, ma nel suo destino c’è stato un appuntamento al quale non ha voluto sottrarsi: l’incontro con la Fede. E così, invece di fare l’ingegnere, padre Enrico Di Vita è diventato un padre dell’Istituto Missionari di Maria, e ha costruito ponti e strade verso il cielo: salvando anche molte anime perse, anime che nella vita hanno incontrato il demonio. Perché lui è esorcista. Padre Enrico ha accettato di rispondere alle domande de “La Nazione”. Lo incontriamo nel suo ufficio del convento di via Fenice. La sua persona sgombra il campo da tutte le immaginazioni: nel suo sguardo traspare la Fede con la quale vince il male.

Da quanto tempo è esorcista nella Diocesi di Massa?

«Dal 2011»

Come e perché si diventa esorcista?

« Si diventa esorcista su incarico del vescovo. Lo ero già Verona e quando sono arrivato a Massa lo ha deciso monsignor Giovanni Santucci. Il vescovo sceglie uno o più sacerdoti che ritiene idonei e conferisce la facoltà di esercitare il ministero di esorcista che vale per il territorio della Diocesi. Così riferito alla mia esperienza non posso esercitare questo ministero a Firenze. Non tutte le province hanno un esorcista così a me si possono rivolgere persone di Lucca, Pisa e Spezia».

Come si manifesta il demonio e come lo si può esorcizzare?

«La domanda è delicata e complessa. Oltre l’azione, diciamo ordinaria, del demonio, che è la tentazione, si distinguono quattro forme di azione diabolica, oggetto di esorcismo: la possessione, la vessazione, l’ossessione e l’infestazione. Le prime tre riguardano le persone, l’ultima riguarda i luoghi. I confini tra queste azioni del maligno, in genere, non sono sempre netti. La possessione e l’infestazione sono quelle più note perché meglio si prestano nelle scene dei film. Nella possessione il demonio prende possesso di parti o dell’intero corpo e ne dispone a prescindere dalla volontà. La persona può oppore una certa resistenza che accresce con la preghiera ed i sacramenti, in particolare della confessione e della eucarestia. La vessazione è un’influenza esterna sul corpo o sugli affari o sull’andamento del vessato ed è causa di malattie, dolori che in genere, all’esame medico non risultano. L’ossessione consiste nel causare o amplificare fino allo spasimo, un pensiero o una preoccoupazione così che la persona è distratta, insonne e debilitata. L’infestazione è la presenza del demonio in un luogo».

E nella provincia apuana ci sono luoghi infestati?

«Ci sono stati». Ma di più non aggiunge.