Non è un’operazione semplice. Si tratta di un sapiente puzzle che mette insieme conoscenze tecniche e scientifiche diverse fra loro ma ‘Si può fare’ e va ‘gridato’ al mondo. Si chiama manutenzione gentile ed è la tecnica che permette al tempo stesso di rimuovere la vegetazione infestante per ridurre il rischio idraulico e tutelare la preziosa biodiversità presente lungo i corsi d’acqua. Una pratica che il Consorzio di Bonifica Toscana Nord attua su un numero crescente di sponde sul reticolo idraulico che ha in gestione, grazie alla collaborazione di esperti del settore. La manutenzione gentile è stata al centro del convegno organizzato ieri mattina nella Sala della Resistenza di Palazzo Ducale dall’ente consortile, intitolato “Reti ecologiche e manutenzione gentile-buone pratiche per il ripristino degli ecosistemi sul territorio”, nell’ambito della Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione. A portare i saluti, il vicepresidente del Consorzio, Andrea Celli, il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, il sindaco di Massa, Francesco Persiani. Poi gli interventi qualificati del responsabile Ambiente del Consorzio, Francesco Avolio, Andrea Gini (scuola IMT Lucca), Michele Bertoncini dell’Università di Pisa e della biologa Arianna Chines che ha spiegato come sia possibile conciliare la manutenzione dei corsi d’acqua con la tutela della vegetazione ripariale e degli ecosistemi acquatici.
Buone pratiche che sono state anche al centro degli interventi dei ragazzi degli Istituti Paolo Ferrari e Malaspina di Massa, che con il Consorzio hanno partecipato negli anni a varie iniziative e, in particolare, al progetto didattico. A moderare l’incontro Daniele Bianucci.
"Continuate a proteggere il nostro territorio e a guardarlo con occhi diversi, pieni di meraviglia", ha evidenziato Celli, mentre il sindaco Persiani ha sottolinea l’importanza di una manutenzione attenta ai tanti aspetti che coinvolgono la vita dei corsi d’acqua. "La manutenzione va fatta con criterio – ha detto –, tenendo conto della presenza dei tanti fiumi e bacini d’acqua del nostro territorio. Dobbiamo rispettare anche la biodiversità delle piante e degli animali del nostro patrimonio che siamo chiamati tutti a tutelare". Ed ha ricordato il caso dell’area paludosa della Buca delgi Sforza: circa un ettaro inquinato anni fa da una ditta che costerà 11 milioni di euro di risorse del Pnrr. Il presidente della Provincia, Lorenzetti, ha ripercorso la storia dei Consorzi di bonifica e l’importanza della loro opera che si estende su un territorio vastissimo, dalla Lunigiana fino ai confini con Firenze.
La delegazione della scuola Media Paolo Ferrari ha citato alcune esperienze dello scorso anno con il Consorzio e la collaborazione del centro Wwf di Ronchi. In particolare un’uscita lungo le sponde del fiume Frigido con la professoressa Anna Panighini per raccogliere dei campioni di piante che sono stati catalogati in un erbario digitale, poi la visita in una riserva naturale con il Wwf così come la pulizia della plastica da un tratto di arenile. Gli studenti della Malaspina con la professoressa Alessandra Fruzzetti hanno invece trattato un tema caro ai cittadini massesi, ossia la salute del fiume Frigido, inquinato dalla marmettola, oltre a partecipare alle iniziative sul territorio, fra pulizie e passeggiate educative. Il responsabile dell’ufficio ambiente, Avolio, ha messo in luce le sfide e gli impegni dell’ente. "Il consorzio ha fissato ben 21 obiettivi – ha spiegato – che fanno da riferimento alla loro programmazione come potenziare gli impianti fotovoltaici, l’avviamento di alcune comunità energetiche, la costante manutenzione e rilevazione di criticità sui vari corsi di acqua. E a settembre partirà il nuovo progetto didattico con le scuole".
Manuela Orsini Merani