
Donna perseguitata e minacciata. L’ex compagno finisce in carcere
Tutto è iniziato nel giugno scorso. Il coraggio di terminare una relazione dove si era accorta che qualcosa non andava e da lì è iniziato il suo calvario. Quel compagno da cui intendeva separarsi non ha mai accettato la fine del rapporto e in pochi mesi ha iniziato un’escalation di torture che lo hanno portato all’arresto da parte dei carabinieri. Alla Compagnia dei carabinieri di Carrara si è rivolta la donna, 41 anni, un figlio, un matrimonio fallito alle spalle e tanta voglia di ricominciare. Forse con la persona sbagliata: quell’uomo, originario del Marocco, le era sembrato una brava persona, un lavoratore. Così non si è rivelato e quei regali e quelle cene del periodo in cui le aveva rapito il cuore si sono presto dimostrati di provenienza illegale. Da qui il coraggio di dividere le proprie strade. Da qui la reazione di chi non intendeva per orgoglio ferito o per un’incapacità che gli uomini non sanno sempre superare porre fine a quel rapporto. Così i carabinieri, forti anche dei 700 messaggi sul telefonino raccolti nel giro di un mese, vista la paura della donna che non aveva nemmeno più il coraggio di accompagnare a scuola il bambino, lo denunciano e ottengono il divieto di avvicinamento per il 36enne. Ciò nonostante lui non si dà per vinto e ignorando le prescrizioni della giustizia, non solo continua a chiamarla cambiando numero di telefono ogni volta, ma le invia persino video in cui minaccia di uccidersi.
Una volta lo avrebbe fatto minacciando di iniettarsi in vena l’acido di una batteria, un’altra facendosi trovare appeso a un palo sul viale XX Settembre per dare il via a quei sensi di colpa tipici di molte donne. Così scatta un ulteriore provvedimento restrittivo del gip che ha firma il divieto di dimora a Carrara prima, poi, vista l’inottemperanza, l’obbligo di firma. Ma anche questi provvedimenti non sono stati sufficienti a distogliere l’ex compagno dalla sua persecuzione. L’uomo ha continuato imperterrito con violenze psicologiche che minavano la libertà della donna. Foto con braccia ferite, atti di autolesionismo. Tanto che anche davanti ai carabinieri, dove la donna, forte del conforto del centro antiviolenza, si recava per nuove denunce arrivano continui squilli e messaggi dall’ex. Così il giudice decide per l’arresto e nei giorni scorsi i carabinieri, coordinati dal tenente colonnello Cristiano Marella, lo arrestano. Adesso è in carcere in attesa dei riti previsti dal percorso giudiziario.
Sono una trentina i casi di violenza di genere, percosse, stalking, vessazioni psicologiche che i carabinieri hanno affrontato dall’inizio dell’anno. Non in crescita, ma nemmeno in calo. Numeri stazionari che vengono filtrati dal centro antiviolenza gestito da Francesca Menconi che si occupa di assistere la donna nel delicato periodo della denuncia. Lo fa nel centro di San Martino con il supporto psicologico, lo sportello legale, l’assistenza in caso di necessità di una residenza protetta con una rete di alloggi in tutta la Toscana che mettono in contatto i vari centri antiviolenza.