Mare-choc: primo divieto di balneazione

Un picco di inquinamento organico impone lo stop in 16 stabilimenti e tre spiagge libere

Scatta il primo divieto di balneazione sul litorale apuano

Scatta il primo divieto di balneazione sul litorale apuano

Massa, 16 maggio 2019 – Un picco inatteso di inquinamento organico, in un ampio tratto di mare a sud della foce del Lavello. Così, a poco più di un mese dall’inizio ufficiale dell’estate, il litorale apuano si trova a rivivere l’incubo dei divieti di balneazione: troppi batteri fecali in mare con il sindaco Francesco Persiani costretto a firmare un’ordinanza che vieta la balneazione in 16 stabilimenti balneari e 3 spiagge libere (di cui una attrezzata), nella zona definita ‘dei campeggi’.

Uno stop temporaneo che, per fortuna, arriva a metà maggio, con le temperature al di sotto delle medie stagionali e i turisti lontani dai nostri lidi. Ma un segnale da non sottovalutare perché dietro quel picco di batteri registrati da Arpat, all’interno del campione prelevato lunedì mattina, potrebbe anche nascondersi un problema più strutturale. Ed è su questo fronte che il Comune vuole indagare, per affrontare poi una stagione senza ulteriori intoppi. Si tratta dell’unico tratto di costa risultato non idoneo a seguito delle analisi di routine effettuate ogni mese sul litorale da Arpat. A superare la soglia di attenzione solo il parametro di escherichia coli (nella norma gli enterococchi intestinali): già entro le prime 24 ore le colture di laboratorio avevano segnalato l’anomalia. Da lì è partita una fitta comunicazione con gli uffici del Comune che, alla fine, ha deciso di attivare una procedura speciale che prevede l’interdizione temporanea della balneazione senza che l’episodio venga preso in considerazione nella gestione della classifica delle acque di balneazione. Dopo 48 ore il parametro di escherichia è schizzato a 959 (quasi il doppio rispetto al limite di 500).

«Abbiamo subito deciso di emettere un’ordinanza di inquinamento di breve durata – conferma l’assessore all’ambiente, Veronica Ravagli - prevista dalla normativa nazionale e che si può fare solo due volte ogni 4 anni, per far sì che le analisi non siano considerate nella classificazione delle acque di balneazione. Questo implica anche che dovremo effettuare un report alla Regione per stabilire la causa dell’inquinamento che confidiamo che sia un evento sporadico. E’ possibile che sia dovuto alle piogge di aprile e maggio che hanno dilavato i fondali dei fiumi. Abbiamo inoltre chiesto un report a Gaia sul funzionamento del depuratore: gli interventi di potenziamento sono praticamente finiti ma è possibile che durante questa fase di messa a regime ci sia qualche problema. Siamo comunque certi che entro due settimane al massimo, con entrambi i depuratori a pieno regime, non ci saranno più problemi». Gli uffici tecnici del Comune confermano l’avvio della procedura di inquinamento di breve durata che ha previsto ulteriori campionamenti di Arpat ieri mattina: entro venerdì ci saranno i risultati che dovrebbero consentire di rimuovere l’ordinanza di divieto. A quel punto, l’ultimo passaggio dovrebbe essere un nuovo campionamento per lunedì da parte di Arpat come nuova analisi di routine.