
di Angela Maria Fruzzetti
Dissesto idrogeologico: serve un sopralluogo tecnico urgente per verificare la situazione della zona in prossimità del canale ’Sopra le case’ e ’Casottino’, a Forno, in direzione del versante del Vergheto. Su iniziativa del gruppo consiliare Pd, un gruppo di cittadini si è radunato nello spazio antistante l’ex filanda di Forno (luogo simbolo dell’abbandono, chiusa nel 2018) per discutere sul tema del dissesto che ha colpito la zona. L’allarme è partito un anno fa con il masso che si era staccato proprio dal ’Casottino’ sfiorando una casetta di legno abitata: poteva essere una tragedia. "Ma da allora cosa è stato fatto? – sbottano i residenti –. Nient’altro che mettere una transenna in via Scalette per indicare il pericolo. Ovunque piazzano transenne e poi arrivederci".
Il consigliere comunale, Gabriele Carioli, ha illustrato il lavoro svolto in consiglio in questi ultimi due anni proprio sul tema del dissesto idrogeologico in montagna. "Da anni portiamo avanti queste tematiche – ha ribadito – specie sulla zona di Vergheto. Abbiamo presentato mozioni e interpellanze". Il consigliere Stefano Alberti ha ricordato che sul contrasto al dissesto idrogeologico in montagna è passata in consiglio comunale la mozione sulle criticità del versante montano del Vergheto presentata dal gruppo consiliare del Pd, con la proposta di allargare uno studio su tutti i versanti montani. "Abbiamo chiesto l’attivazione di un tavolo di lavoro partecipato da Comune di Massa, Consorzio 1 Toscana Nord, Provincia, Regione e rappresentanti della comunità locale per realizzare uno studio inter-professionale per un approfondimento geologico, ingegneristico e altro, dell’area montana interessata – ha detto Alberti –. E’ necessario definire un piano di interventi strutturali e concertati per individuare i necessari percorsi di finanziamento a sostegno degli interventi da realizzare".
A fare danni, è la mancata regimazione idraulica e canalizzazione delle acque meteoritiche, non essendoci un piano di manutenzione ordinaria. Hanno preso parola anche Giovanna Santi (Pd), Anna Rosa Del Sarto, Laura Penaglia e Anna Della Tommasina del comitato Paesaggi urbani e Nicola Cavazzuti per il Cai. Incuria e abbandono del territorio si traducono poi in dissesto e, secondo gli intervenuti, c’è bisogno di un’inversione di marcia e quindi di investire di più sulla prevenzione del territorio, prima di arrivare alle somme urgenze. "Abbiamo reticoli minori che non sono contemplati all’interno del Consorzio di bonifica a cui ci siamo rivolti – ha spiegato Del Sarto – per cui è stato chiesto il loro inserimento finalizzato poi a intercettare le risorse necessarie per la manutenzione ordinaria".
Secondo Cavazzuti, non possiamo aspettare le lungaggini dei tempi burocratici: il territorio è in sofferenza e ci sono urgenze improcrastinabili. Smottamenti e caduta di massi sono segnali da non sottovalutare soprattutto perchè questo accade in prossimità dell’abitato. Forno, in passato, ha già pagato troppo in termini di vite umane: cinque persone, lo ricordiamo, persero la vita nel 1982 sotto una frana in via Scalette.