Degrado, incuria e trascuratezza La città vista da chi viene da fuori

La lettrice Rezzani, carrarese residente a Torino, chiede alla sindaca di fare qualcosa che ci renda orgogliosi

Degrado, incuria e trascuratezza  La città vista da chi viene da fuori

Degrado, incuria e trascuratezza La città vista da chi viene da fuori

Una lettera aperta alla sindaca perché faccia qualcosa, "anche di piccolo che ci faccia sentire orgogliosi di essere di Carrara".

L’intervento è di Paola Rezzani che si inserisce nel dibattito sul degrado cittadino a gamba tesa. Nativa apuana, residente a Torino, Rezzani dice di conservare le sue radici affettive e culturali, ma che "quell’orgoglio si sgretola ogni volta che torno a casa. In pensione, trascorro 6 mesi l’anno a Carrara sempre conla speranza di vedere quella rinascita che le varie amministrazioni promettono ogni volta. La mia non vuole essere una lettera di lamentela rivolta al sindaco: so che dedicate impegno, alla città, ma spesso gli interventi rimangono nascosti, o poco fruibili, alla gran parte dei cittadini". Da qui il racconto dell’ultimo episodio: "In città per assistere al saggio degli allievi della scuola comunale di musica, al palco della musica in Piazza d’Armi. Che delusione. Ho trovato un’organizzazione carente e improvvisata, anzi, assente. Una pila di sedie inutilizzate perché mancavano le transenne; il palco vergognosamente sporco (qualche volenteroso l’ha pulito sul momento); pubblico disordinato e chiacchierone. Tutto a scapito di allievi bravi e ben preparati da insegnanti appassionati e competenti. I ragazzi avrebbero anche meritato l’apprezzamento dell’assessore alla Cultura che si è invece limitata a una breve quanto scontata presentazione per poi andarsene".

Quindi la richiesta di Rezzani: nell’elogio di allievi e insegnanti, non meritavano un tantino di attenzione e di rispetto in più? Proprio quello stesso rispetto che spesso chiediamo ai giovani quando gli stessi adulti per primi non ne offrono loro l’esempio. È stato un piccolo evento, ma proprio per questo avrebbe dovuto essere curato con maggiore attenzione a vantaggio di una città che da troppo tempo langue mesta. Durante l’esibizione (encomiabile) due gruppi di turisti, sentendo cantare, si sono avvicinati al palco, ma hanno anche subito “girato i tacchi” forse scoraggiati dal disordine che regnava. Così un altro biglietto da visita, un altro bel ricordo della nostra città è stato stracciato sotto i miei occhi delusi e rammaricati. E non solo i miei. Il degrado urbano – conclude la lettrice – , la manutenzione delle strade, il verde pubblico trascurato, il Parco Puccinelli, fiore all’occhiello di Marina, ne è un chiaro esempio, le fioriere vuote attorno alla Caravella, la Piazza Menconi e la sua fontana “piangente e assetata” avviliscono turisti e residenti".