De Caro Tre sere in scena al Guglielmi Con il cult ’Non è vero ma ci credo’

De Caro Tre sere in scena al Guglielmi  Con il cult ’Non è vero ma ci credo’

De Caro Tre sere in scena al Guglielmi Con il cult ’Non è vero ma ci credo’

Questa sera e poi ancora domani e giovedì, sempre con inizio alle 21, Enzo De Caro porta in scena al Teatro Guglielmi – lo spettacolo “Non è vero ma ci credo“. Un’opera di Peppino De Filippo, regia di Leo Muscato.

Una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. Ormao vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa. Forse teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. Chi gli sta accanto non sa più come approcciarlo. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. L’uomo minaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia.

Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la credulità del povero commendator Savastano. Peppino De Filippo aveva ambientato la storia nella Napoli anni ’30. Luigi aveva posticipato poi l’ambientazione di una ventina di anni. Ora viene seguita questa sua intuizione, avvicinando ancor più l’azione ai giorni nostri: la storia è ambientata in una Napoli anni ’80 – surreale e tragicomica – all’interno della quale convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona. Per info si può contattare lo 0585 41678 (int. 1) o una mail a posta elettronica [email protected].