Dalla sofferenza una speranza. L’olio del Cuore ’curerà’ i malati

Tre richiedenti asilo produrranno extravergine a km 0 e il ricavato sarà destinato a finanziare la ricerca dell’Opa

Dalla sofferenza una speranza. L’olio del Cuore ’curerà’ i malati

Dalla sofferenza una speranza. L’olio del Cuore ’curerà’ i malati

Riprende vita l’uliveto di Monasterio, a monte dell’Ospedale del Cuore. Da qualche settimana se ne prendono cura i tre giovani migranti - 2 uomini 19enni, di origine pakistana e 1 donna di 33 anni, di origine nigeriana - che hanno aderito al progetto pilota di Monasterio e Prefettura. Il progetto è finalizzato all’integrazione e alla produzione dell’olio del Cuore, extravergine a chilometro zero destinato a finanziare la ricerca che cura.

Grazie alla partnership con Etruscaform Srl, agenzia formativa accreditata dalla Regione, e alla preziosa collaborazione di Coldiretti, i migranti stanno frequentando il corso di ’Manutentore del verde’, che prevede una parte teorica e una parte pratica. Al termine del corso, i partecipanti sosterranno un esame per un attestato di qualifica professionale e Monasterio metterà a loro disposizione borse lavoro che consentiranno di continuare la coltivazione dell’area.

In questa fase progettuale i migranti con il livello di alfabetizzazione richiesto per la partecipazione al corso sono tre, tutti richiedenti asilo e ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria della provincia. "Il corso - spiega Simone Bertelloni, referente di Etruscaform - si propone di formare una figura professionale che sia in grado di allestire e manutenere aree verdi e di predisporre il terreno per la messa a dimora delle piante".

Il progetto, formalizzato con protocollo d’intesa nel maggio dello scorso anno, nasce dalla stretta collaborazione tra Monasterio e Prefettura. Quest’ultima, oltre a selezionare i partecipanti, svolge un ruolo di coordinamento e monitoraggio e Monasterio, con la collaborazione di alcune imprese del territorio e di Fondazione Luigi Donato per Monasterio, garantisce il supporto logistico per il trasporto da - e per - i Centri di accoglienza e fornisce le attrezzature e i dispositivi di sicurezza per il lavoro in uliveto. Il progetto proseguirà - è intenzione dei promotori estenderlo ad altri migranti - nel periodo di raccolta e spremitura delle olive, quindi fino alla produzione delle prime bottiglie di Olio del Cuore.

"Siamo orgogliosi del progetto - spiega Marco Torre, direttore generale di Monasterio - non solo perché permette il recupero di un’area preziosissima per il valore ambientale, ma anche perché consente l’integrazione di giovani migranti". "Monasterio – ha proseguito nel suo intervento il direttore generale Torre – e i suoi due ospedali (Ospedale del Cuore a Massa- Ospedale San Cataldo a Pisa), sono radicati nel territorio e impegnati nella promozione della cultura dell’accoglienza come dimostrano i tanti progetti di cooperazione sanitaria internazionale. L’olio del Cuore conferma questa nostra vocazione. Ringrazio la Prefettura per la preziosa opportunità e per la vicinanza che ci dimostra ogni giorno. Grazie ad Etruscaform, a Coldiretti e ai docenti Matteo Fazzi, Sara Petrucci e Leonardo Moriconi".

"Ringrazio Monasterio - sono le parole del prefetto Guido Aprea - e tutti coloro che hanno creduto nel progetto pilota “Olio del Cuore”. Questo territorio sta dimostrando di sapere accogliere e lo conferma anche con questo progetto che unisce un centro cardiologico di eccellenza e la Prefettura nel segno dell’integrazione. Il progetto nasce con l’obiettivo di offrire la possibilità di formarsi a persone che arrivano da paesi svantaggiati. E formazione significa futuro per loro, in termini culturali e di lavoro. La certificazione che i migranti otterranno a fine corso è infatti spendibile su tutto il territorio nazionale e noi contiamo di estendere il progetto coinvolgendo sempre più persone".