Coronavirus, l'ex sindaco e medico: "Sono guarito, mi sono curato da solo"

L’ex sindaco di Montignoso, che è anche medico, racconta il decorso della malattia. "Ce l’ho fatta. E da lunedì torno a lavorare"

Narciso Buffoni

Narciso Buffoni

Montignoso (Massa Carrara), 17 aprile 2020 - È guarito l’ex sindaco di Montignoso, Narciso Buffoni: i tamponi di verifica effettuati dall’Asl fra venerdì 3 aprile e mercoledì 8 hanno dato entrambi esito negativo. Significa un ritorno alla normalità, al lavoro di medico di famiglia, in tempi quasi record e dopo aver passato due settimane quasi da incubo. Anzi, "una pessima esperienza", come la definisce lo stesso ex primo cittadino e presidente della Provincia che è già pronto a tornare in servizio con la grinta di prima e la consapevolezza di aver sconfitto un nemico davvero difficile: "Da lunedì torno a lavorare". Lei ce l’ha fatta mentre l’attuale sindaco, Gianni Lorenzetti, è ancora positivo dopo un mese. C’è qualche motivo particolare? "Non è facile spiegarlo, ci sono molte variabili in gioco. Forse non era davvero negativo il primo o il secondo effettuato è stato più ‘approfondito’. Ma è difficile dirlo". Adesso è fuori pericolo? "Sono guarito ma non so se sono immune. Per saperlo farò il test sierologico che stanno preparando, dalla prossima settimana, per misurare immunoglobuline M e G. Le prime sono quelle che si alzano durante l’infezione mentre le seconde sono quelle che rimangono in coloro che fanno i vaccini, per esempio. Voglio capire se sono ‘vaccinato’, ripetendolo ogni mese, per capire se questa immunità è persistente o no". Da lunedì torna a lavorare come medico alla Casa della Salute di via Sforza, con tutte le precauzioni del caso? "Le mascherine sono obbligatorie per ordinanza della giunta regionale ma la porterei lo stesso. Non ho paura per me stesso, almeno nell’immediato non dovrei prenderlo, ma credo che sia utile anche una solidarietà di immagine, il ruolo che ricopro". Come è stato il decorso della malattia? "I primi 4 o 5 giorni sono stato male. Febbre alta, stavo malissimo. Non ho però mai avuto alcun sintomo respiratorio, una grande fortuna. Solo un po’ di raffreddore. Ma all’inizio non si sentono neppure sapori e odori, sono tornati dopo una settimana. E nei primi giorni anche mangiare è difficile: non si riesce a mandare giù niente". Come si è curato? "Io ho preso per i primi giorni un po’ di Rocefin, antibiotico. Poi Azitromicina e, per un lungo periodo, circa 10 giorni e più, forse 12, Plaquenil Idrossiclorochina. Quella che usano già in Francia correntemente e in Italia sta dilagando nel consumo. E’ una medicina per l’artrite reumatoide. Me la sono comprata e segnata da solo e non do alcun consiglio in merito perché servono le codificazioni certificate prima di poter avere la certezza che un prodotto funzioni oppure no. Io l’ho solo provata su di me". Allora che consigli possiamo dare ai suoi concittadini, dopo aver sconfitto il virus? "La raccomandazione è rispettare almeno quelle che sono le misure imprescindibile, le dovute distanze anche se si va a fare le commissioni inderogabili. Portare le mascherine, vanno bene quelle chirurgiche, basta che vengano portate, così come i guanti quando si toccano superfici sconosciute. Credo, ed è una mia idea, che sarebbe importante portare anche gli occhiali: il Sars-Cov2, tramite le ‘goccioline di flugge’, può arrivare alla congiuntiva e da lì infettare, come se lo respirassimo". © RIPRODUZIONE RISERVATA