
di Monica Leoncini
Suo padre era pastore, come del resto il nonno. Lui ha lavorato 40 anni da meccanico, una volta tolta la tuta, andava anche lui col gregge, ma ora rischia di dover abbandonare la sua passione. La storia di Fabio Castagnini, titolare di un’azienda agricola a Canossa di Mulazzo è amara: i lupi hanno attaccato il suo gregge, vicino casa, sbranando otto pecore massesi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dato che sta già lottando con cinghiali e istrici che rovinano il raccolto. "C’è un branco di cinghiali che mi tormenta - racconta disperato - saranno una ventina; arrivano la mattina presto e la sera tardi e distruggono quanto trovano. Ho dovuto togliere le vigne, dopo anni in cui la vendemmia la facevano i cinghiali. Non semino neanche più le patate, perché gli istrici si mangiavano tutto: ho dovuto recintare tre ettari di prato, per avere almeno il fieno". Lo scorso fine settimana la macabra scoperta, fatta dalla moglie Paola, anche lei appassionata di animali e grande aiuto in azienda. "Mancava una pecora, che io chiamavo Mezzocorno - dice - pensavo si fosse nascosta, ma non l’abbiamo vista per alcune mattine e ci siamo preoccupati. Abbiamo 90 pecore di razza massese, da latte, vendiamo i formaggi e la carne. Di giorno gli animali sono al pascolo, la sera nel terreno recintato, solo in inverno li chiudiamo nella stalla. Purtroppo, cercando Mezzocorno, l’abbiamo trovata sbranata, in un prato a un chilometro da casa. Era stata uccisa da poco, in pieno giorno". La signora racconta di aver visto due lupi in lontananza e di essersi spaventata, di aver fatto rumore per cacciarli. "Dopo il fatto ho chiamato la forestale, i carabinieri, l’Asl - aggiunge Fabio - un veterinario ha voluto che spostassimo la carcassa vicino alla strada, lo abbiamo fatto, ma prima che arrivasse gli animali l’avevano spostata di nuovo. Abbiamo contato i capi, ne mancano otto. Abbiamo trovato i resti e fatto regolare denuncia". L’impegno per fare questo lavoro è tanto, senza passione non si può andare avanti. "Non faccio mai vacanze - aggiunge Fabio - gli animali hanno bisogno di essere custoditi. Ora il gregge è nel recinto, ma ho paura possa subire un altro attacco, se lo lascio andare di nuovo. Mi hanno suggerito la rete anti lupo, ma come faccio a recintare tredici ettari? Sarebbe una spesa enorme, mi conviene vendere tutto". E pensare che si parla sempre dell’importanza del presidio sul territorio e di aiuti agli imprenditori agricoli. "Siamo arrabbiati - dice - è la prima volta che subiamo l’attacco di lupi, così a bassa quota, ma da anni combattiamo con ungulati e istrici. Abbiamo lavorato per niente, la mia è una famiglia di pastori, mio papà lo era e anche mio nonno, ora che sono in pensione mi dedico all’azienda agricola, è un mestiere faticoso ma importante per la tutela della montagna e dei boschi. Non possiamo andare avanti così, senza aiuti o rimborsi". Il sindaco Claudio Novoa è andato a portare supporto. "Prendiamo atto che ci sono difficoltà - dice - chi lavora con fatica non può essere preso dalla rassegnazione, bisogna che sia aiutato. Un’impresa non può essere abbandonata a sé stessa, senza attività agricole il bosco avanza. Presto parteciperò a un incontro con l’assessore regionale per affrontare il problema degli ungulati e dei lupi. I disagi stanno interessando chi si dedica all’agricoltura anche come hobby e non riceve sostegni e indennizzi. Queste imprese sono una parte della nostra economia, soprattutto per il mantenimento del territorio, spero che non siano lasciati soli".