"Congresso sui temi, non solo sulle tessere". Gianni Lorenzetti traccia la strada al Pd

Il segretario provinciale Enzo Manenti pronto a rassegnare le dimissioni e il partito ora è chiamato a una scelta decisiva

"Congresso sui temi, non solo sulle tessere". Gianni Lorenzetti traccia la strada al Pd
"Congresso sui temi, non solo sulle tessere". Gianni Lorenzetti traccia la strada al Pd

E’ il tempo delle scelte per il Pd apuano che oggi più che mai deve trovare una strada di riflessione che, dentro le sue stesse radici, individui quel che vuole fare domani e diventare quel se stesso per cui è stato fondato. Una sorta di aut aut filosofico ed esistenziale kierkegaardiano da affrontare come corpo unico, a partire dalla base. Ne è certo il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, dopo la chiusura di una segreteria provinciale molto partecipata e la confermata decisione del segretario Enzo Manenti (nella foto) di rimettere il mandato, come annuncia ormai da un anno per motivi personali. Lo farà lunedì.

La gestione provvisoria a quel punto passerà nelle mani del presidente Pietro Andreani in attesa della nomina del nuovo segretario che pone il primo vero aut aut al partito. L’assemblea dovrà essere convocata entro un mese e sarà chiamata a decidere se fare il nome di un nuovo segretario o andare a congresso. Ma i membri sono stati eletti prima del congresso nazionale da cui è uscita vincente Elly Schlein, quindi ben lontana dalle nuovi correnti ‘prioritarie’.

La necessità è ora di uscire dalla torre d’avorio delle dirigenze e tornare fra la gente. A indicare la strada è Gianni Lorenzetti, presidente della Provincia, sindaco di Montignoso e sostenitore della mozione Schlein. "Il Pd ha bisogno di un congresso e non solo a Massa Carrara – dice –. Un congresso che non sia fatto solo di tessere, che vanno bene perché non possiamo fare a meno degli iscritti, ma che sia costruito soprattutto sul confronto su temi e di certo non mancano in questa provincia, sono lì da anni: sanità, bonifiche, servizi pubblici locali e molto altro. Abbiamo bisogno di un Pd che esca saldo e rinforzato dal congresso, autorevole, in grado di aiutare gli amministratori a fare il loro lavoro invece che lasciarli soli, come sul tema della sostituzione del reddito di cittadinanza e dei servizi sociali, della sfida dei migranti che chiama a raccolta tutti i territori. Un partito - e questo è il passaggio politico chiave - in sintonia con il regionale e nazionale perché la casa sta insieme solo se il tetto lavora con le strutture portanti che sono la base del partito. Se non si va presto al congresso rischiamo di perdere quel che di positivo è venuto dalle primarie, di smorzare la vivacità del congresso nazionale che invece va rafforzata". I tempi comunque non sono brevissimi. Lunedì potrebbero essere presentate le dimissioni, poi l’assemblea e quindi la scelta di andare a congresso ma ci vorrà ancora qualche mese perché serve un regolamento che il Pd toscano non ha ancora fatto e l’assemblea regionale non si farà prima di metà ottobre.

Francesco Scolaro