CRISTINA LORENZI
Cronaca

“I piani terra del condominio sono inagibili”. E ora 28 famiglie dovranno lasciare casa

Il Comune lo scopre dopo 50 anni. La rabbia degli abitanti: "Sono rovinato, ho ancora il mutuo"

Il condominio Milena in viale Zaccagna al numero 52: i 28 piani terra sono stati dichiarati inagibili dopo 50 anni

Carrara, 15 febbraio 2024 – Una doccia fredda per 28 famiglie che potrebbero finire in mezzo a una strada. Forse una delle peggiori ordinanze che un cittadino può ricevere: abbandonare la propria abitazione. E’ successo a 28 condomini dei piani terra delle palazzine al numero 52 di viale Zaccagna, quell’elegante complesso abitativo denominato Milena che fa angolo con via delle Pinete. Tutti i residenti dei piani terra e seminterrati dei quattro edifici hanno ricevuto nel dicembre scorso l’ordinanza da palazzo civico "di cessazione dell’utilizzo difforme dell’immobile".

Significa che da più di 50 anni, precisamente dal 1973, data di ultimazione dei lavori delle palazzine e del rilascio di regolare licenza edilizia, essi risiedono in locali non abitabili né agibili. Chiare le ordinanze notificate alle 28 famiglie firmate dal dirigente del settore Governo del territorio Luca Amadei, il quale contesta l’assenza di Scia per i locali per i quali esiste regolare accatastamento negli uffici comuali come abitazione nonché atti notarili, rogiti e documenti di compravendita che attestano l’uso residenziale dell’appartamento.

Tuttavia al momento in cui vennero costruite le palazzine, l’intero edificio venne classificato come residenziale, nonostante i piani terra non abbiano mai avuto l’agibilità. Ma il titolo venne esteso a tutto lo stabile e le compravendite avvennero regolarmente. Così adesso, dopo più di mezzo secolo, si contesta l’abuso e si danno 180 giorni per liberare i locali.

In sostanza queste famiglie fra qualche settimana dovranno trovare un’altra sistemazione e dire addio alla casa magari acquistata con mutui e suon di sacrifici. La pena è una multa di 5mila euro nonché la cessazione dell’utilizzo. Per queste famiglie non resterebbe altro che lasciare quelle abitazioni che dovranno essere usate come magazzino e rivolgersi a un legale per capire il da farsi. Da qui l’intevento dell’avvocato Matteo Bertucci il quale si trova alle prese con una situazione kafkiana. "Queste persone secondo il Comune dovranno abbandonare la propria casa. Adesso stiamo valutando il da farsi, se intraprendere azione giudiziaria nei confronti del Comune. Si sentono sul lastrico costretti ad andare via. La situazione è gravissima: come può un Comune rendersi conto dopo mezzo secolo – conclude Bertucci – che tali famiglie vivono in locali non adibiti all’uso residenziale, nonostante l’acquisto, gli atti notarili, l’accatastamento regolare".

Una brutta sospresa per chi ha investito nella casa di proprietà e si trova con un pugno di mosche. In sostanza il Comune si avvale dei rischi legati a quella zona: il vincolo idrogeologico, la tutela paesaggistica e la pericolosità da alluvione fluviale media. Uno dei condomini, a nome di tutti, si sfoga: "Mi dicono che devo andare via a giugno. Ho ancora il mutuo per 5 anni e la banca i soldi li vuole. Siamo rovinati. Siamo in tanti e speriamo che qualcosa succeda".