Concessioni, diffidati i Comuni. Associazioni contro le proroghe

‘Mare libero’ e ‘In500sullabattigia’ sollevano dubbi sulla legittimità dei rinnovi fino al 31 dicembre prossimo

Concessioni, diffidati i Comuni. Associazioni contro le proroghe

Concessioni, diffidati i Comuni. Associazioni contro le proroghe

La battaglia sulla spiaggia continua con una diffida dell’associazione “Mare Libero” al Comune di Montignoso che per primo ha prorogato le concessioni balneari al 31 dicembre dell’anno appena iniziato e un’identica diffida arriverà anche ai Comuni Massa e Carrara che hanno anunciato lo stesso provvedimento. Il movimento “In500sullabattigia” e “Mare Libero Toscana”, di cui è referente e vice presidente Matilde Balatresi Nocchi, pone alcune riflessioni partendo dal dubbio sulla legittimità della proroga. Ai Comuni della costa apuana ricorda "che l’ultima legge a cui poter far riferimento senza incorrere in violazioni è quella per il mercato e la concorrenza del 2022 che, in perfetta sintonia con le sentenze 17 e 18/2021 del Consiglio di Stato, fissa per il 31 dicembre 2023 la scadenza delle concessioni demaniali marittime". La ‘legge Draghi’ sulla concorrenza? Prevede la possibilità di proroga di un anno, sottolineano le associazioni, "ma solo “in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva”. Sembra ovvio (ma forse non lo è) che questo inciso abbia per presupposto un procedimento già in corso e ben avviato alla predisposizione dei tanto temuti (da chi?) bandi di gara". Chiedono quindi se questi percorsi sono stati effettivamente intrapresi o se le tre amministrazioni comunali "con l’avallo della Regione Toscana, abbiano deciso, di emanare provvedimenti palesemente contra lègem". Il rischio, ribadiscono “In500sullabattigia” e “Mare Libero Toscana”, è che "l’ente comunale che darà indicazioni in tal senso al settore di competenza, non solo opererà una chiara scelta politica, ma esporrà inevitabilmente il funzionario incaricato all’emanazione dell’atto di proroga a diretta e personale responsabilità civile". Chiedono poi di conoscere le intenzioni dei Comuni sui piani degli arenili, ricordando che dovrebbero "difendere gli interessi della collettività tutta, che non sono di natura economica, ma soprattutto riferiti al principio di equità sociale".