
Eugenio Ambrosini vive da solo a Bottignana, località nel fivizzanese a mille metri di quota
Massa, 2 febbraio 2019 - «Questa volta, la neve è scesa in abbondanza e il gelo si fa sentire tant’è che il lupo, il signore dell’appennino, è uscito dalla sua tana e ieri notte è giunto fino in paese, fra le case, iniziando ad ululare…». Eugenio Ambrosini, il 70enne unico abitante di Bottignana, realtà umana sperduta a mille metri d’altezza sulle montagne di Fivizzano, descrive così il comportamento della selvaggina durante questi giorni della merla, quando il freddo intenso e la neve copiosa spingono allo scoperto gli animali selvaggi alla ricerca di cibo e riparo: «Nei pressi della stalla, ho trovato impresse nella neve le impronte di un cervo enorme, sicuramente un vecchio maschio. Erano grandi come quelle di un manzo. A poca distanza quelle del lupo, ma questo se n’è ben guardato dall’inseguire il cervo: un lupo da solo non riuscirebbe mai a sopraffare una preda di simili dimensioni oltretutto armata di corna più pericolose che lame di pugnale».
Eugenio, da quando la sua storia è stata scoperta dal nostro giornale due anni fa, è divenuto una celebrità per i media: in questi giorni è uscito in vendita “L’italia non è più italiana” il nuovo libro di Mario Giordano che racconta anche la vita di “Eugenio Ambrosini, unico abitante di Bottignana, che coltiva l’orto, segue il ciclo delle stagioni - racconta a la nazione- e vive fra cervi, lupi ed aquile sull’appennino».
E in queste ore un cameramen di RAI 3 per Geo&Geo è suo ospite per fare un servizio su di lui, su come trascorre l’esistenza in questo borgo fantasma, sommerso dalla neve. Un'occasione per la quale, Eugenio ha invitato anche il cronista che per primo l’ha scoperto contattandolo per telefono. «Come trascorro i giorni sotto la neve? – dice alla cornetta – il mattino porto da mangiare ai miei animali, inoltre mi assicuro che la stufa, perché se la casa si raffredda son dolori, sia sempre provvista di legna e poi trovo sempre qualcosa da fare, da aggiustare nella legnaia e in cantina. La sera, sento le notizie del telegiornale, poi vado sotto le coperte. Ho provviste di ogni genere e vivo nella mia casetta, con la facciata di pietre a bella vista dove sono nato, felice come un topo di campo nella sua tana durante l’inverno. Non ho paura né del lupo né dei suoi ululati: è anch’esso figlio della natura che mi circonda e di cui faccio parte». Infine l’ennesimo invito: «Roberto, vieni a trovarmi domani: ti mostrerò le sue tracce nella neve; poi ti fermi a desinare da me: zampini di maiale sotto sale bolliti con contorno di cavoli “bronzini” e poi ho un Trebbiano da favola…, ti aspetto!».