
Successo all’istituto Meucci per l’incontro col regista Daniele Biacchessi e l’illustratore Giulio Peranzoni, autori del documentario “Le mani in pasta”, liberamente tratto dal libro di Carlo Barbieri. L’incontro rientra nel progetto “Educazione alla legalità e contrasto alle mafie” portato avanti dale professoresse Lorenza Corsetti, della 4AGR, ed Elisa Bertolini, della 3ARTS. "Abbiamo iniziato questo lavoro – ha esordito Bertolini – cercando qualche idea di speranza". Speranza trovata innanzitutto nel libro che racconta di come siano state utilizzate le terre confiscate ai boss mafiosi. "Le mafie più importanti del nostro Paese gestiscono un traffico di cocaina di 150 miliardi, circa un quindicesimo del debito pubblico – ha detto Biacchessi ai ragazzi –. Cosa nostra è specializzata in eroina e l’andrangheta, che ha stipulato un patto con i Narcos colombiani, riesce a farla entrare nel nostro Paese addirittura coi sommergibili. I mafiosi non hanno bisogno di uccisioni: possono comprarsi chiunque. Eppure le forze dell’ordine sono riuscite e riescono ad arrestare i boss e i loro beni sono stati prima sequestrati poi confiscati. Si sconfigge la mafia, infatti, se si colpiscono i suoi interessi". E’ stata poi la volta di Peranzoni, milanese naturalizzato a Massa, il quale ha spiegato di essersi autoregistrato mentre faceva i suoi disegni all’interno del documentario. Quindi c’è stata la visione del documentario e al termine i ragazzi hanno posto delle domande: "Secondo lei i giovani sono a conoscenza di queste tematiche?", ha chiesto Lorenzo Bernardi. "Non so, ma questi lavori sono pensati per voi perchè non c’è nulla nei libri di testo", ha risposto il regista. "Ha presentato questo lavoro in più parti d’Italia, ha avuto accoglienze diverse?", ha domandato Laura Benedini. "No – ha detto Biacchessi – ma una buona accoglienza avviene quando c’è dietro una preparazione: voi oggi siete qui perché i vostri prof hanno deciso che la scuola pubblica può andare oltre".