Cinghiali e mondo caccia: "Abbattimenti inferiori"

L’analisi del presidente provinciale della ’Pro segugio’ Gionni Fiorentini

Domenica scorsa si è conclusa su tutto il nostro territorio la caccia al cinghiale. Gionni Fiorentini, presidente provinciale della ’Pro Segugio’ fa una prima analisi: "Per fortuna non si sono registrati incidenti ed a quanto pare gli abbattimenti sarebbero stati inferiori a quelli conseguiti nella stagione venatoria precedente. Ad ottobre, i cinghiali abbattuti erano stati pochi, quelle cacciati dalla metà di novembre in aumento e molti quelli uccisi nel mese di dicembre. Nel nostro territorio, è in aumento la presenza del cervo: vi trova infatti un habitat ideale grazie alle favorevoli condizioni naturali esistenti ed alla vicinanza con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano,da sempre culla della specie".

"I lupi sono presenti su tutto il l’areale - precisa Fiorentini - lo verifichiamo, noi cacciatori, dai tanti segni, dalle tracce che rinveniamo in natura: escrementi, orme sul fango e la neve ed altro. Gli avvistamenti reali però sono assai rari in quanto, questo grosso carnivoro, è un selvatico molto intelligente e scaltro; fra l’altro è un implacabile predatore di cinghiali tanto che , negli ultimi anni, sono scesi a valle in quanto insidiati appunto dai lupi e per il fatto che in pianura, con l’abbandono dell’agricoltura, vi trovano un habitat dove nutrirsi più facilmente".

"Un tempo, nelle zone più elevate, nelle praterie dell’Appennino, vivevano lepri che, durante la stagione invernale, assumevano una colorazione bianca, per mimetizzarsi: come stanno oggi le cose? Nelle zone più alte, come Bottignana, Zeri ed il Passo del Bratello, vi sono ceppi di lepre - spiega Gionni Fiorentini - divenute autoctone; ma non cambiano il pelame: si tratta di lepri immesse negli anni, provenienti dall’Ungheria e dalla Polonia. La lepre di razza italica,non esiste più. Posso dire, come presidente della ’Pro Segugio’, che in questi giorni, l’Ambito Territoriale Caccia MS 13, ha iniziato le immissioni di lepri da riproduzione per la prossima stagione venatoria. A nostro giudizio è provato scientificamente che la lepre va immessa in natura nel mese di dicembre, in un programma di reintroduzione, visto che si tratta di un selvatico in grado di riprodursi sulle nostre montagne. Si tratta di riproduttori provenienti da allevamenti italiani, di cui alcuni in Lunigiana. Per un certo periodo vengono lasciati in grandi recinzioni, dopo tre mesi d’ambientamento sono catturati ed immessi in libertà su territori a caccia programmata, come quello della Lunigiana che ha un regolamento diverso da quello della costa. In cosa consiste? Dall’apertura generale - afferma Fiorentini - cioè dalla terza domenica di settembre, in Lunigiana, si può cacciare la selvaggina stanziale solo il giovedì e la domenica, fino al primo ottobre, mentre nella costa tre giorni a scelta su cinque".Il presidente utilizza una razza particolare di cani per la caccia. "I miei - spiega - sono segugi dell’Appennino, a pelo raso; una razza autoctona della Lunigiana, ineguagliabile nell’attività venatoria nelle nostre irte colline e montagne"

Roberto Oligeri