
WhatsApp (Foto di repertorio Ansa)
Massa, 1 febbraio 2017 - Accuse lanciate senza alcuna verifica sui fatti, processi sommari agli insegnanti fra parole pesanti e (in casi estremi) insulti, minacce tra ragazzini: è questo l’aspetto brutto di Wattsapp, la «rete web» sempre più in voga per creare una comunicazione di servizio sulla chat tra la scuola ed i genitori. In questo caso la «realtà virtuale» diventa uno strumento importante di comunicazione veloce. La presenza dei telefoni cellulari nelle classi, alunni delle medie e studenti delle superiori (ma in alcuni casi già alle elementari...) ha permesso di fatto che la comunicazione-web faccia parte ormai delle quotidianità scolastica. Il dibattito è aperto e delicato, sotto vari aspetti.
«Almeno nelle ore di lezione – dice Silvana Sdoga, assessore alla istruzione della giunta di Alessandro Volpi e volto storico del liceo scientifico ‘Fermi’ dove ha insegnato matematica e fisica a generazioni di studenti – sarebbe necessario che i ragazzi evitassero l’uso del telefono cellulare e quindi ovviamente delle chat. Capisco che non sia facile affrontare questo aspetto anche dal punto di vista logistico, poiché i ragazzi escono da casa già col telefono in tasca. Ma il suo utilizzo in classe può essere causa di distrazione nel seguire le lezioni ed anche di minore concentrazione. Inoltre non va sottovalutato l’aspetto della vigilanza: quando un insegnante ha una classe di 25 studenti, come fa a controllare se i ragazzi fanno un uso improprio? Diventa difficile. Inoltre credo che la scuola passa comunicare con le famiglie anche facendo a meno delle chat».
«Il fenomeno della chat si sta manifestando con maggiore intensità in questi ultimi mesi e dilaga tra i genitori», spiega un interlucutore privilegiato come Donatella Buonriposi, provveditore agli studi per Massa Carrara e Lucca – come per tutte le cose siamo davanti ad una realtà straordinaria che va saputa utilizzare e della quale vanno conosciute le regole ed i limiti. Nelle cose è insita una loro misura, come dicevano i latini.
Si tratta di una situazione che deve essere affrontata per limitarne le conflittualità che ne possono derivare e per evitarne con una parola semplice le beghe. Va affrontata a tutti i livelli coinvolgendo presidi, insegnanti, genitori e studenti. I presidi e gli insegnanti sono le ‘sentinelle’ che possono avere il polso della situazione. Sarà necessario studiare le modalità per affrontare questa nuova realtà: ne ho già parlato con alcuni presidi». E’ necessaria una riflessione per evitare che si faccia un uso distorto della realtà virtuale: la scommessa anche per la scuola è appena iniziata e nessuno può tirarsi indietro.