DANIELE ROSI
Cronaca

Cave sfitte, luoghi di morte. Apuane libere si oppone a ulteriore escavazione

L’associazione ambientalista contro il bando del Comune sui siti liberi "Non si possono assegnare altri agri marmiferi per creare nuovi profitti".

Decisa la battaglia degli ambientalisti contro l’escavazione dei nostri monti e contro le politiche del lapideo

Decisa la battaglia degli ambientalisti contro l’escavazione dei nostri monti e contro le politiche del lapideo

"Le cave sfitte non sono abitazioni, ma luoghi di morte e distruzione". Non lascia molto spazio alle interpretazioni il pensiero di Apuane Libere, sul bando del Comune per l’assegnazione della concessione di alcuni agri marmiferi liberi. In occasione della prima asta pubblica che la giunta Arrighi ha lanciato per rimettere a reddito porzioni di montagne, l’associazione condanna un’operazione con cui si intende far escavare altri sei mappali di proprietà collettiva. "Adesso che i cittadini – spiegano gli ambientalisti – sono più consapevoli di quello che viene fatto con il marmo e di come la città sia relegata a culla del carbonato di calcio, gli amministratori comunali devono smettere di strizzare l’occhio a ditte private per concedere loro ulteriori profitti, con nuovi disastri ambientali che pagheranno le future generazioni". L’attacco di Apuane Libere prosegue nei confronti dell’amministrazione, a cui si chiedono ulteriori chiarimenti sul perché non si voglia aprire il territorio a nuovi mercati e nuove politiche sociali e culturali. "Quest’amministrazione è serva delle peggiori lobby del marmo - proseguono - e rifiuta di agire nell’interesse di tutti, continuando con politiche a vantaggio di pochi, che sono distruttive del patrimonio irripetibile e non rinnovabile delle Apuane". Un concetto denunciato anche dallo stesso presidente di Apuane Libere, Gianluca Briccolani, che sostiene come la giunta Arrighi prosegua, in piena crisi climatica, ‘a rimpinguare le casse comunali e private con altro consumo di suolo, altro inquinamento e altre possibili disgrazie’. L’appello dell’associazione prosegue con suggerimenti che potrebbero essere intrapresi dall’amministrazione per un recupero sostenibile e sociale del territorio, con strutture creatrici di posti di lavoro e indotto come: il Marble Hotel, il Politeama, il castello di Moneta, l’area dello Stadio, ex Mediterraneo, il mercato coperto a Carrara, Avenza e Marina, il recupero dell’ex liceo scientifico, l’area dell’ex campo profughi. "Pensiamo che l’economia del lapideo non abbia futuro - concludono -. Non concepiamo che di metta a gara la distruzione di alcune parti di montagne, sprecando opportunità per liberarsi dalla monocultura del marmo; mentre Carrara è sempre più una città fantasma che sta morendo grazie alle scelte scellerate delle amministrazioni".