REDAZIONE MASSA CARRARA

Giovane donna scompare da casa: "Sono a Zurigo, mi preparo a morire"

Messaggio choc ai familiari. In Svizzera è legale l’eutanasia assistita

Ospedale (foto repertorio)

Carrara, 6 settembre 2015 - "Addio, sono a Zurigo e mi preparo a morire": un messaggio choc arrivato ai familiari da parte di una giovane donna a cui i medici avevano diagnosticato una malattia incurabile. Ha scelto la morte assistita, la "morte dolce" come la chiamano in Svizzera dove le cliniche che "accompagnano" all’aldilà sono sempre più richieste. L’eutanasia è legale nel Paese elvetico, però c’è bisogno prima di superare un test psicologico (la metà non lo passa e torna indietro), essere affetti da malattia irreversibile e infine occorre anche una bella cifra, circa 6-7mila euro.

La donna carrarese è scomparsa da circa una settimana: non ha lasciato nulla di scritto ai familiari che, preoccupati, hanno denunciato la sparizione a polizia e carabinieri. Le pattuglie dell’Arma e le volanti hanno la nota di ricerca sul cruscotto ma il giallo è stato risolto dalla stessa donna che un paio di giorni fa si è fatta sentire tramite un sms inviato ai familiari spiegando di trovarsi a Zurigo per avviare le procedure che dovranno portarla alla morte assistita.

Nessuno è stato in grado, per ora, di farla desistere, i propositi estremi sono stati dettati da una malattia che non le dà tregua e che avanza inesorabilmente. "Non voglio soffrire, non voglio far soffrire i miei cari": è questo il pensiero che tormenta la giovane donna che aveva legato le sue speranze di guarigione ad una visita in un centro specializzato di livello mondiale. La diagnosi, purtroppo, è stata terribile come il quadro clinico peggiorato. E non ci sarebbe via d’uscita all’esito irreversibile della grave patologia. Però i familiari coltivano ancora una fiammella e rivogliono abbracciare la loro cara al più presto e condividere con lei le sofferenze per la malattia ma anche la speranza che possa migliorare. La decisione sembra presa, ma ora la vicinanza della famiglia potrebbe indurre la donna a rientrare a casa e a rinunciare all’eutanasia: potrebbe essere in preda anche ad una crisi depressiva.

Nella Confederazione elvetica sono cinque le cliniche che rappresentano l’anticamera dell’aldilà: Basilea, Ginevra, Berna e due a Zurigo.

Ci pensano le associazioni no profit che gestiscono le cliniche ad occuparsi della sistemazione in hotel, dell’acquisto dei medicinali e della successiva cremazione. Il requisito essenziale per poter essere accompagnati alla morte è una malattia irreversibile e clinicamente accertata. L’eutanasia è legale anche in Colombia e in alcuni stati americani mentre in Europa in Belgio, Olanda e Lussemburgo. Però solo le cliniche svizzere offrono il servizio anche a cittadini stranieri. Nella tradizione elvetica, in ogni caso, le varie associazioni e le cliniche specializzate garantiscono la massima segretezza. E se non richiesto dal paziente, nessuna comunicazione viene inviata alle famiglie di coloro che scelgono l’eutanasia.

Guido Baccicalupi