Omicidi di Sarzana, Carlo era un bravo parrucchiere. Viveva ad Albiano Magra

Chi era la seconda vittima, trovata in via Bradiola, non lontano da dove è stata rinvenuta senza vita la donna albanese

Il luogo del ritrovamento e, nel riquadro, la vittima

Il luogo del ritrovamento e, nel riquadro, la vittima

Sarzana, 8 giugno 2022 - Carlo Bertolotti era un bravo parrucchiere, abitava da un anno e mezzo ad Albiano Magra e da circa un mese lavorava nel negozio ’Golden Hair’ in via Volta a Valdellora (La Spezia). Sabato sera aveva salutato la titolare e la collega, dicendo loro: "Ci vediamo martedì" (lunedì i parrucchieri sono chiusi, ndr). Un modo di dire, come aveva fatto in altre occasioni. Invece quando ieri mattina alla riapertura non lo hanno visto in negozio nessuno poteva immaginare quello che era accaduto. Carlo è stato barbaramente ucciso, non è chiaro se nella notte tra sabato e domenica, oppure in quella successiva. Sicuramente quando ieri alle 7,30 la polizia ha rinvenuto il suo corpo a Sarzana, in via Bradiola poco distante dalla zona all’inizio del viale XXV Aprile, il decesso era avvenuto almeno 24 ore prima. Sarà l’autopsia effettuata dall’anatomopatologa a dare una risposta precisa, fondamentale ai fini delle indagini.

Nel negozio ’Golden Hair’ ieri si respirava un’aria quasi irreale. Carlo non c’era e non sarebbe mai più tornato. La titolare aveva poca voglia di parlare, ma si è lasciata scappare una frase significativa: "Non riesco a credere che una persona come lui abbia fatto una fine simile". La collega di lavoro ha ricordato quello che già aveva passato, quando poco più di un anno fa era andato a fuoco l’appartamento dove abitava in affitto a Ceparana.

Carlo Bertolotti aveva 43 anni ed era originario di Spezia. E’ qui che ha vissuto per tanti anni e chi lo ha conosciuto lo ricorda come una persona educata e gentile. Vestiva da tempo con abiti femminili e nel suo passato spezzino si faceva chiamare Sissy, nome poi cambiato in Camilla. Era molto apprezzato come parrucchiere, aveva avuto una sua attività dal 2008 al 2013 a Ceparana in via IV Novembre, che gestiva da solo. Chiuso il negozio, aveva continuato comunque a lavorare. Da poco più di un mese aveva ritrovato lavoro alla Spezia. Si era trasferito ad Albiano Magra dopo che l’appartamento in cui viveva in affitto a Ceparana era andato a fuoco nel febbraio dello scorso anno. Lui e altre tre persone erano state trasportate all’ospedale dopo aver respirato i fumi sprigionati dal rogo. Un bilancio pesante. Era stato proprio Carlo Bertolotti ad accorgersi per primo di quanto stava accadendo: risvegliato dai fumi e dai rumori generati dalle fiamme – scoppiate in una stanza attigua alla camera da letto – aveva provato a spegnere il fuoco, anche con la collaborazione di un vicino di casa, con il rogo che però aveva già raggiunto dimensioni importanti ed era quindi incontrollabile. Carlo si era così ritrovato senza casa. Un episodio che aveva colpito molto la comunità, tanto che sui social erano state molte le persone che avevano lanciato un appello affinché venisse offerto un aiuto al quarantenne inquilino dell’appartamento andato a fuoco. Tanti anche gli amici che si sono recati sul posto per stargli vicino nel momento di difficoltà. "Ho provato a spegnere le fiamme, ma non ci sono riuscito".

Come detto, poi si era trasferito ad Albiano Magra dove però non era molto conosciuto. La notizia della sua uccisione ha comunque sconvolto il paese lunigianese, soprattutto i titolari di alcune attività, che la vittima era solita frequentare. Tutti la chiamano al... femminile. "Era una nostra cliente affezionata – racconta Emilio Moretti, proprietario di una pizzeria nel centro storico – ed era molto gentile ed educata, una persona tranquilla. Veniva spesso a comprare la pizza da noi e molte volte se la faceva consegnare a domicilio. Siamo rimasti scioccati dalla notizia, appena abbiamo saputo il nome della persona ritrovata morta, abbiamo capito che era lei. Ci dispiace davvero tanto". Bertolotti abitava a pochi passi dal nuovo ponte, in un palazzone davanti a un bar. I gestori la conoscevano abbastanza bene. "Veniva da noi a bere il caffè – dicono – viveva sola e non abbiamo mai sentito dire nulla sul suo conto. Era sempre gentile e tranquilla, siamo amareggiati da quanto accaduto, è una tragedia inaspettata".

Massimo Benedetti

Monica Leoncini