
Montereggio, Regnano, Rossano e Corlaga mantengono viva la tradizione. Feste ed eventi al via
Esiste in Lunigiana un ’maggio’ che ha poco a che vedere con la festa dei lavoratori. È un rituale ancestrale, che si perde nella notte dei tempi, tanto che spesso non si riesce a datare, ma che ancora oggi sopravvive grazie alla volontà e alla passione degli abitanti di alcuni paesi, custodi fieri di un’eredità preziosa.
Il ’Maggio’ nasce per augurare un’annata propizia, per intrattenere e per mettere in pratica una forma primitiva e autentica di volontariato. I maggianti, così si chiamavano e si chiamano ancora i cantori, passavano di famiglia in famiglia portando saluto, ma anche conforto e allegria a tutti i componenti, soprattutto alle persone anziane, malate o costrette in casa dal lungo e rigido inverno. Il Maggio non era solo un canto, ma era anche un gesto di attenzione, un segno di profonda conoscenza e amore per la propria comunità, un valore che purtroppo in molti luoghi, soprattutto quelli diventati grandi centri, si è perso, ma che qui resiste davvero saldamente.
Infatti, il gruppo dei maggianti, solitamente accompagnato da fisarmonica, tamburelli e, più recentemente, anche da chitarre, e adornato da cappelli di paglia, foulard al collo e fiori, percorre il paese intonando stornelli dedicati a ogni famiglia. Se c’è una giovane ragazza, un nuovo nato o un parroco, ognuno riceve degli stornelli personalizzati, in un intreccio di musica e storie che rendono ogni tappa unica. In cambio, le famiglie sono solite donare vino, formaggi e salumi, o unirsi, alla fine del rito, in una festa di grande convivialità. Ogni Cantamaggio, poi, è diverso dall’altro. Ogni paese conserva il suo canto, la sua storia. Alcuni, come l’antico Maggio di Pracchiola, nel comune di Pontremoli, che metteva in scena stornelli recitati in costume, sono purtroppo andati perduti. Altri, invece, resistono mantenendo viva la propria identità. Non mancano influenze dalle terre vicine, come l’Emilia e la Garfagnana, che raccontano gli eterni scambi tra comunità. Anche la struttura del Maggio varia: può essere solo cantato, oppure drammatico, tragico, persino recitato.
Oggi i gruppi più attivi sul territorio della Lunigiana sono quattro, e proprio in questi giorni stanno riempiendo i borghi e i paesi con i loro magnifici canti, portando avanti il proprio Cantamaggio e, condividendo con chiunque voglia partecipare, il loro rito di benvenuto alla primavera, alla vita e alla intera comunità.
A mantenere viva la tradizione ci pensano il gruppo di Corlaga, una piccola frazione di Bagnone, dove il Maggio è rimasto fedele alle radici più semplici e genuine della tradizione; quello di Rossano, nel comune di Zeri, che attualmente può vantare il gruppo più numeroso di maggianti (tra i 60 e gli 80, soprattutto giovani): qui la tradizione si è trasformata nei secoli, intrecciando mondo pagano storia religiosa locale, legata alla Vergine e alle anime del purgatorio, ma mantenendo intatto il cuore antico del rito.
Il famoso gruppo di Montereggio, situato nel Comune di Mulazzo, dove fino al 2011 i maggianti portavano il loro canto anche oltre i confini regionali, fino in Liguria, per augurare buoni raccolti anche ai contadini liguri, e dove nel 2003 è nata la Rassegna Interregionale del Cantamaggio, che quest’anno compie 20 anni. Infine, il gruppo di Regnano, nel comune di Casola, dove all’evento è dedicata una giornata fatta anche di ricordi messi in mostra; qui, il Maggio si trasforma in un vero e proprio teatro popolare cantato, raccontando attraverso la musica storie eterne di lotta tra il bene e il male.
Quattro gruppi, quattro storie diverse, insomma, ma unite da un filo invisibile di memoria e amore per la propria terra. Grazie a chi ogni anno si impegna per mantenere vivo il Maggio, la Lunigiana può continuare a raccontare sé stessa e anche di quegli anziani che erano e sono il cuore pulsante delle comunità, capaci di essere ancora un esempio per il futuro di questo territorio. Il conto alla rovescia è finito, il Maggio sarà cantato oggi a Montereggio e Corlaga.