"Tornare a giocare a calcetto: una liberazione"

Gli appassionati del calcetto raccontano le loro emozioni dopo mesi di stop a causa del lockdown

Tornano nei campetti gli appassionati di calcio

Tornano nei campetti gli appassionati di calcio

Massa, 6 luglio 2020 - Una liberazione. Così è stato vissuto il ritorno sui campi di calcetto da parte dell’esercito pallonaro. In questi primi giorni i centri sportivi sono stati presi d’assalto coi campi costantemente prenotati, anche in orari impensabili per questo torrido luglio. C’è chi ha fatto a gara per non mancare alla "ouverture" di venerdì 3 luglio. "Ho prenotato il campo per le otto di sera – ci racconta Matteo Bordigoni -. Nel nostro gruppo whatsapp i dieci posti utili per la partita sono andati letteralmente a ruba in pochi minuti. Il rientro da una parte era nell’aria, ma è stato anche insperato per come si è concretizzato, così da un giorno all’altro. Ci eravamo preparati psicologicamente dopo la falsa partenza del 25 giugno. Qual’è stata la sensazione nel tornare a giocare? Bella. Mancava tanto il pallone, mancavano gli amici con le prese in giro, gli insulti bonari e gli screzi in campo. Mancava quella boccata d’aria serale, dopo il lavoro. Adesso aspettiamo soltanto la riapertura dei tornei. Queste partite servono per mettere un po’ di minuti nelle gambe".

C’è chi come Nicola Tolaini , oltre ad essere un "incallito" giocatore, è anche un apprezzato organizzatore di tornei di calcetto; uno showman abile sia nel commentare le partite che nelle interviste a caldo ai protagonisti. Stavolta si cambiano le parti ed è lui l’intervistato. "Non pensavo di ripresentarmi in queste condizioni – ci spiega ancora sudato -. Ho segnato anche quattro gol: non li rifacevo da prima che mi rompessi il ginocchio. Francamente pensavo peggio. Evidentemente mi sono allenato bene durante la quarantena con corsa, bicicletta ed esercizi; sono soddisfatto di me. Il calcetto e tutto quello che ci gira intorno è un sistema che fa parte della mia quotidianità ed è chiaro che se viene a mancare viene meno qualcosa d’importante".

La parola, infine, va data giustamente anche al portiere; colui che corre meno degli altri ma che spende più energie a livello nervoso. C’è da volare da un palo all’altro, restare sempre concentrati e richiamare costantemente i compagni. "La storia è sempre la stessa – stigmatizza Stefano Lodini -. Partono in 4 in avanti e poi in difesa non torna nessuno e bisogna urlargli dietro. Il calcetto? Mi è mancato tantissimo. C’era bisogno di tornare a fare attività sportiva con un po’ di sano agonismo perché a casa si mangiava troppo e non c’era modo di smaltire. Mancavano tremendamente anche le "scazzate" di gioco con gli amici". © RIPRODUZIONE RISERVATA