"Bulgari, ritiri lo spot! Alle cave solo distruzione"

Eros Tetti e Francesco Alemanni di Europa Verde contestano la pubblicità. E gli ambientalisti di Athamanta rincarano la dose: si esalta il capitalismo

Migration

Spot pubblicitari, documentari e trasmissioni televisive. Le Apuane e le cave di marmo sempre più protagoniste in tv. La narrazione che spesso si fa delle nostre montagne però ultimamente ha suscitato più di una critica. E’ il caso di Eros Tetti e Francesco Alemanni di Europa Verde che hanno deciso di puntare il dito contro la maison Bulgari chiedendole di ritirare uno spot che ha appena girato alle cave. "Con una lettera aperta – spiegano Tetti e Alemanni - ci siamo rivolti direttamente al presidente dell’azienda Paolo Bulgari e al Ceo Jean-Christophe Babin affinché ritirino la pubblicità, mostrando così attenzione e considerazione per l’ambiente e schierandosi apertamente a favore delle Apuane. Benché non si possa che riconoscere la straordinaria bellezza delle immagini, non abbiamo potuto esimerci dal mettere in guardia una delle aziende leader nel Made in Italy di lusso rispetto al pericolo di un abbinamento che sembra trovare bellezza nella devastazione. Chiedendo di ritirare lo spot, chiediamo in realtà a Bulgari di abbracciare le istanze ecologiste nel momento in cui molte coscienze si stanno risvegliando: questo sì che sarebbe un vero spot innovativo". Il collettivo ecologista Athamanta critica con fermezza l’annunciata volontà del canale satellitare Dmax di realizzare nelle cave di Carrara la seconda stagione del programma ‘Uomini di pietra’. Un documentario in più puntate che racconta la vita dei cavatori di cui la prima stagione, girata sul monte Altissimo, ha riscosso un buon successo di pubblico. "In tv si spettacolarizza la devastazione delle Alpi Apuane.

La distruzione delle montagne non è però un atto eroico – commentano da Athamanta -. Dopo quanto è stato girato nelle cave dell’Henraux a Seravezza anche i grandi proprietari del comprensorio carrarese aspirano al loro momento di celebrità televisiva. Quello che attira non è solo la sponsorizzazione aziendale, ma la perpetrazione della mitologia legata all’escavazione di marmo attraverso l’esaltazione della tecnica e della pericolosità del mestiere, l’esaltazione della velocità a discapito della sicurezza, della distruzione a spese della natura, un’agiografia in chiave spettacolare del capitalismo estrattivo". Di stampo diverso sono le rimostranze di un nostro lettore, Francesco Pezzana che si concentra sulla trasmissione di Rai Due ‘Il Provinciale’ che alcune settimane fa ha parlato delle Apuane. "Nella puntata si ringrazia il Comune di Carrara – dice- , ma la nostra città non viene mai citata. Si vede (forse) una lavorazione in cava, senza citarne nome e luogo, ed i ponti di Vara, anche questi non nominati. Mi pare che questa sia stata una dimenticanza grave".