Bracconieri uccidono un cervo adulto nei boschi tra Cauliano e Mazzola

Nel territorio del comune di Fivizzano alcuni taglialegna hanno trovato i resti di un grande cervo maschio

Il palco del cervo ritrovato nel fivizzanese

Il palco del cervo ritrovato nel fivizzanese

Massa, 7 aprile 2018 - A ritrovarne le spoglie, ormai spolpate dagli animali selvatici, alcuni taglialegna al lavoro in un bosco nella zona di Cauliano e Mazzola, due piccole realtà nel comune di Fivizzano. E’ sul greto di un torrente che scorre in una vallata interna che i boscaioli hanno casualmente scorto un palco gigantesco (ovvero le corna) di un esemplare maschio di cervo europeo. Corna ben ramificate, lunghe ognuna poco meno di un metro. A poca distanza sparpagliate qua e là nell’acqua e fra i massi, le ossa dello scheletro dell’animale. Un cervo maschio adulto arriva a pesare oltre due quintali e la sua è una carne pregiata che abbondava sulle mense della nobiltà.

I cervi erano scomparsi dalla Lunigiana e le rare apparizioni, fino ad una decina d’anni fa, erano determinate da esemplari provenienti dal Parco dell’Orecchiella, nella Garfagnana. Poi le cose sono cambiate: l’abbandono della montagna ha rilanciato il bosco e una politica venatoria discutibile hanno fatto crescere la presenza degli ungulati: cinghiali, caprioli, daini e ora i cervi. «Questo cervo, la cui caccia è comunque proibita, è stato vittima di un bracconiere – precisa il boscaiolo più anziano – . Quasi sicuramente è stato abbattuto di frodo quest’inverno e il fatto di averne trovato la carcassa sul letto del fiume, sta a significare che, ferito, è venuto alla ricerca dell’acqua istintivamente. E’ morto dopo una lunga agonia e chi gli ha sparato non ne ha potuto neppure recuperare la carne in quanto l’animale è andato a morire lontano dal posto dove il bracconiere l’ha colpito. Un atto crudele e illecito di cui hanno beneficiato durante l’inverno solo volpi e cornacchie».

Ma esiste un mercato nero della carne di selvaggina in Lunigiana ?- «Sì, direi proprio di sì – confida l’uomo – soprattutto carne di cinghiale e anche di capriolo. La comprano privati, ma soprattutto ristoranti: carne senza fattura e purtroppo senza controllo veterinario. La carne di cervo è una cosa ben più rara: abbattere questi animali è più rischioso e sezionarne la carcassa necessita di ampi spazi dove operare e una conoscenza professionale. E’ una carne delicata, di grana fine e costosa. Purtroppo per qualcuno è divenuto un affare riciclarsi bracconiere».