
Un passato che non ritornerà
Massa, 3 gennaio 2019 - Il sushi giapponese al posto del caffé e della brioche: lo storico bar Battistini sul viale Chiesa, ritrovo di massesi di tante generazioni, luogo di tanti accordi politici, “teatro” per decenni della vita cittadina, si è arreso alla crisi economica che attanaglia l’economia locale e che negli ultimi mesi si è palesata con tante, troppe saracinesche abbassate.
Massimo Liretti ha abbassato la sua in silenzio, in punta di piedi, da pochi giorni. Chi lo conosce bene sa le difficoltà che ha dovuto affrontare dal punto di vista economico e sa del calo degli incassi che è stato inesorabile: ai suoi clienti, quelli storici, ha fatto comprendere i problemi economici che lo preoccupavano, ma per pudore non ha mai detto che avrebbe chiuso.
«Sono dispiaciuto - racconta Bruno Giampaoli di Italia Nostra - i Giampaoli sono stati tra le famiglie che hanno investito in passato nel settore dei bar. Massimo (Massimo Liretti, titolare del Battistini) mi raccontava sempre come il Battistini esistesse dai primi del Novecento quando c’era anche la mia famiglia. Un bar storico come il Battistini andava protetto dalla crisi, rappresentava un capitolo di storia del territorio, si pensi agli arredi, al bancone. Peccato... si perde un’attività storica e si lascia spazio ad un’altra attività che non fa parte della storia locale».
Amarezza per la chiusura e il passaggio di mano del bar Battistini la esprimono anche i cittadini. «La globalizzazione non può essere ignorata - commenta Barbara Guerra - ma il Battistini è un simbolo della città, ha scritto e fatto epoca. La sua chiusura è comunque un evento importante».