Articolo 21, le aziende si rivolgono al Tar

Altra mandata di ditte di escavazone del lapideo che ricorrono contro il nuovo articolo del regolamento degli agri marmiferi

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E se per i beni estimati la sindaca Serena Arrighi va dritta in Cassazione, alcune aziende hanno fatto ricorso in appello contro le sentenze del Tar, quelle che davano ragione al Comune su canoni e contributi. Si tratta della Facciata, delle cooperative cavatori Canalgrande, cavatori di Gioia e Lorano, della Sam e della Cremomarmi. Queste aziende chiedono l’annullamento delle sentenze del Tar toscana, la 496, 497 e 498 del 2022, con le quali erano stati respinti i ricorsi presentati nel 2016.

Il tribunale amministrativo della Toscana, infatti, nella sentenza ricordava che il marmo delle Alpi Apuane, come la Regione ha sempre sostenuto, costituisce un unicum a livello internazionale ed il suo utilizzo non può avvenire in modo incontrollato. E allo stesso tempo confermava che le varianti sono preventive e non è possibile ogni ipotesi di variante in sanatoria postuma. Insomma i ricorsi erano stati respinti confermando le interpretazioni fornite dalla Regione Toscana in merito alle autorizzazioni dei progetti di coltivazione. A questi ricorsi si devono aggiungere tutti quelli presentati a seguito della revisione del regolamento degli agri marmiferi fatta dalla giunta di Francesco De Pasquale, che ha introdotto l’articolo 21, e cioè che i concessionari di cave per avere un’estensione della concessione devono realizzare in cambio progetti di utilità per la città. Anche quest’ultimo oggetto di ricorsi. Tornando alle sentenze contestate dalle aziende e dalle cooperative dei cavatori, ancora una volta palazzo civico deve ricorrere ad un legale esterno, e siccome le memorie difensive vanno presentate entro il termine perentorio del 9 gennaio, è stata affidata la difesa legale allo studio Domenica Iaria di Firenze per una spesa complessiva di 21mila e 489 euro, che vanno ad aggiungersi ai 32mila e 554 euro deliberati per la battaglia sui beni estimati in Cassazione, e a tutte le altre cause in corso con il mondo delle cave.

Un incarico esterno, quello all’avvocato Iaria, necessario dal momento che l’ufficio legale del Comune ha comunicato via mail lo scorso 5 novembre, che l’avvocatura interna ritiene opportuno non assumere la difesa e che gli appelli in oggetto siano affidati al legale che ha rappresentato l’ente nel primo grado di giudizio. Per questo la giunta ha deliberato di incaricare il dirigente del settore marmo all’idonea figura professionale per difendere palazzo civico nelle cause in questione. E siamo solo all’inizio dell’anno. Alessandra Poggi