
Arriva il treno, si sdraia sui binari Salvato da 4 giovani in stazione
Aspettava il treno diretto a Livorno per andare a trovare la madre, ricoverata in ospedale per una medicazione e ha salvato una vita umana. Erano le 10,30 di ieri quando Cristina Faini è arrivata alla stazione di Avenza con la figlia ventenne per prendere il treno diretto a Livorno: ha subito notato un cinquantenne ben vestito che barcollava. Un atteggiamento strano mentre camminava lungo i binari che ha richiamato la sua attenzione. In stazione oltre a Cristina e alla figlia in quel momento c’erano anche una signora di mezza età e quattro giovani di colore seduti su una panchina, gli eroi della giornata.
"Non ho mai creduto al destino – racconta Cristina ancora sotto choc – ma mi devo ricredere: avrei dovuto partire da Massa invece... Quell’uomo alto e magro si è sdraiato sui binari con la testa appoggiata sulla rotaia, si è messo di pancia come se avesse paura che il treno non lo uccidesse. Mi sono guardata attorno e mi sono accorta che mia figlia e gli altri quattro passeggeri erano distratti dalle cuffiette e dal telefono, e non l’avevano visto. Ho cominciato a urlare, urlare e gesticolare. Le mie grida hanno richiamato i quattro ragazzi di colore che a quel punto si sono accorti del signore sdraiato sui binari e senza neppure guardare se arrivava un treno si sono catapultati sui binari e lo hanno portato in salvo. Giuro – aggiunge Cristina – il tempo di quell’azione fulminea e la voce ha annunciato il treno, arrivato subito dopo. Se non ci fossero stati quei quattro ragazzi l’uomo sarebbe morto, e se non avessero fatto in tempo a tirarlo fuori sarebbe stata una strage, perché morivano anche loro. Sarei dovuta partire da Massa con mia sorella poi, lei aveva un problema e da Carrara sono venuta ad Avenza".
Rapido poi l’intervento degli agenti della polizia ferroviaria che hanno preso in carico l’uomo. "Ero in stazione perché dovevo andare a trovare mia madre ricoverata a Livorno per una medicazione – rimarca Cristina – . Ha 86 anni: mi chiedo come mai si debba mandare a Livorno una persona anziana per una medicazione perché da noi non è possibile farla".
Alessandra Poggi